27.8.12

Il Medagliere finale e gli equilibri geopolitici



Grazie al mitico e impegnativo lavoro di Ale Bosk dedicato a Pinguino Sportivo possiamo fare qualche considerazione sull'impatto globale degli ori olimpici organizzati per continente. Vi consiglio di espandere la foto cliccandoci sopra, ne vale la pena!
Si sa che il computo totale degli ori è importante soprattutto per alcune nazioni che devono affermare attraverso i giochi la loro "potenza" sportiva e non solo. Del resto lo sport ad alti livelli non è solo fatto da atleti che hanno talento, ma richiede grande organizzazione, pianificazione serrata e lavoro di team molto preciso e competente. Tutte cose che alla gran parte delle nostre federazioni risultano oscure o sconosciute.
Da quando la Cina ha scelto di ospitare i Giochi Olimpici la sua ascesa nel medagliere è stata costante, fino all'apice di Pechino. Ora si sapeva (l'aveva previsto anche Sport Illustrated) che gli Stati Uniti l'avrebbero battuta, ma fino al penultimo giorno è stata una gara "punto a punto", veramente tirata. Del resto per la Cina l'atleta è propaganda di regime, i suoi successi sono i successi dello stato, l'investimento nello sport deriva sia dal fatto che è una nazione emergente, sia da questa necessità di ottenere pieno riconoscimento di "potenza globale". Per questo gli atleti più meritevoli vengono spesso sottratti alle famiglie, che non li possono più contattare se non telefonicamente ogni tanto, vengono fatti allenare con metodi molto duri da quando sono piccoli (ad esempio bambini di 4 anni piangenti che devono rimanere quanto più possono appesi alle sbarre per gli allenamenti nell'accademia di ginnastica artistica), e devono ottenere sempre il massimo. Delle macchine da risultato praticamente. Aggiungiamo che contare su 1,5 miliardi di popolazione aiuta, basta guardare le statistiche con la proporzione medaglie/100 milioni di abitanti: la Cina ne ha appena 6,6, l'Europa 51.
Altra potenza globale che sicuramente tiene anche al risultato sportivo sono gli Stati Uniti, che tengono a mantenere la tradizione del primo posto nel medagliere. Da quando si è fatta sotto la Cina poi, hanno tutto l'interesse a rimanerle davanti. Almeno nello sport, dato che la Cina detiene 480 miliardi di dollari di titoli di stato USA.
Del resto negli Stati Uniti c'è una cultura sportiva molto radicata, i college privati solitamente costosissimi offrono delle borse di studio agli atleti più talentuosi praticamente in tutte le discipline, con le punte di diamante degli sport USA per eccellenza: basket, baseball, football. Negli Stati Uniti si va dalla partita domenicale vissuta come spettacolo familiare post-barbecue da effettuare rigorosamente nel parcheggio dello stadio, al beach volley, all'atletica passando per il nuoto (ricordo che Phelps si è ritirato dopo aver vinto quasi tutto il vincibile anche in queste olimpiadi). Insomma ce n'è per tutti i gusti.
Il percorso dell'atleta è graduale, il passaggio al professionismo è ammortizzato appunto dal college, che fa crescere lo sportivo e lo porta ad ottimi livelli consentendogli di praticare sport senza spese e frequentando l'università.
In Italia molti degli atleti medagliati fanno parte dei gruppi militari, che dànno loro uno stipendio, ma che non aiutano nel percorso da dilettante a professionista, e soprattutto indeboliscono le squadre sportive, "privandole" dei migliori talenti. Del resto se abbiamo federazioni che spendono milioni di euro, con un esubero di dirigenti e dipendenti enorme, con sedi sproporzionate ai reali bisogni incapaci di sovvenzionare a sufficienza le squadre sportive non ci possiamo lamentare più di tanto.
Ecco, siamo passati per l'Italia per arrivare a parlare di Europa. E' di queste ore la notizia che la Merkel vuole ridisegnare le regole politiche ed economiche della UE, che si avvierebbe a diventare un grande stato federale. Proviamo quindi a considerare le medaglie europee come appartenenti a un unico grande stato: 108 ori complessivi, sarebbe sicuramente prima nel medagliere (forte dei 29 ori inglesi, credo che nessuno si sarebbe aspettato questa ascesa britannica). Sicuramente l'Inghilterra e l'Europa in generale sono i luoghi in cui è stato inventato lo sport moderno, la cultura sportiva è variegata all'interno dei diversi stati europei, ad esempio possiamo pensare a come vivono lo sport i francesi, gli spagnoli, noi stessi, o gli olandesi (uno degli sport nazionali è il pattinaggio su ghiaccio velocità, tanto per fare un esempio), ma il fil rouge è la densità delle persone che praticano sport da bambini semplicemente perchè è considerato "normale" farlo. Sicuramente -crisi a parte- l'economia europea ha sempre consentito una pratica diffusa dello sport.
Il Centro-sud america può contare sui suoi 20 ori. Sicuramente cresceranno, dato che le prossime olimpiadi a Rio daranno modo al Brasile di crescere sotto ogni punto di vista (Sportivo, s'intende). 
Vorrei parlare anche dell'Africa: 11 ori, di cui 3 etiopi, fanalino di coda insieme all'Oceania con 13 ori. Questo è un esempio che forse confuta la teoria secondo cui dal PIL si possono prevedere le medaglie olimpiche. Nel caso dell'Etiopia ad esempio 3 ori sono molto più rispetto a quanto ci si aspetterebbe, e dall'altro lato il PIL australiano è decisamente più alto di quello "necessario" per arrivare a 6 ori. 
Diciamo che per noi che abbiamo una informazione così "europacentrica", sembra che i mass media non vadano oltre le colonne d'Ercole, forse sarà possibile accorgerci dell'Africa solo quando vinceranno più medaglie olimpiche, quando avranno un peso anche nello sport. Speriamo che accada presto ovviamente, anche se attualmente i disegni politici riguardano l'Africa solo marginalmente, come sempre. Durante le Olimpiadi sono scappati atleti africani dalle loro delegazioni, semplicemente per ottenere il passaporto britannico, per potersi allenare, avendo i mezzi e la pace necessaria a garantire una preparazione. E probabilmente anche i mezzi economici per sopravvivere ed evitare la fame una volta finita la carriera agonistica.

Quindi, concludendo, da questo computo totale degli ori emerge che le Olimpiadi sono lo specchio di quel che accade nel mondo oggi: l'Europa e gli Stati Uniti dominano la scena mondiale, la Cina appare in rincorsa date le sue enormi potenzialità e il loro sfruttamento diciamo sistematico, l'Oceania è alla periferia, il Sud America ha ancora molta strada da fare (ma ha dalla sua la ripresa dopo la crisi economica dell'Argentina che aveva trascinato nel baratro altri stati e l'assegnazione dei giochi del 2016 a Rio), e l'Africa fanalino di coda, vera culla antica dell'umanità ma adesso veramente mai considerata, poco aiutata e in perenne stato d'emergenza.

2 comments:

Anonymous said...

Ma che spettacolo di articolo.. Una "visione d'insieme" di sport, economia e politica davvero superba, RiFLESSiONi ben scritte, ben argomentate e che FANNO RiFLETTERE a loro volta!!

wOw ✓

(onorato di partecipare per la parte grafica.. e l'immagine la apre anche grande GRANDE se cliccata, fantastico!)

P.S. dopo la prima suddivisione delle medaglie propriamente x continente, visto lo scarso bottino di Sudamerica + Africa + Oceania --> ho optato x accorpamenti e raggruppamenti secondo la longitudine.. ma la tua analisi è stata DAVVERO GRANDiOSA!!! (★)

Sar@ said...

Grazie!! Grazie doppissime per il tuo contributo e per i complimenti! : D