Marco Pantani: forse dobbiamo riscrivere la storia
Marco Pantani arriva all'apice della carriera vincendo nel '98 sia Giro che Tour. Nel '99 vince 4 tappe, si appresta a vincere il giro. Il 4 giugno, la sera, poche ore prima del controllo antidoping, Pantani incontra Candido Cannavò, parlano di progetti di beneficienza. Poi il controllo: prima Pantani, ufficialmente risultato con 52.3, poi Savoldelli, 49.9, e infine Gotti, 49.2.
La mattina dopo è il putiferio: viene data la notizia, c'è grande delusione per il pirata, capace di grandi imprese sempre e comunque. Si vocifera che i ciclisti prendano un prodotto che "scoglie" il sangue rendendolo meno denso, a Pantani quella sera non avrebbe fatto in tempo a fare effetto, tant'è che i valori di ematocrito sono decrescenti. Savoldelli è secondo, ma si rifiuta di indossare la maglia rosa per protesta. La indossa Gotti che poi vince il giro. Pantani diventa il "dopato d'Italia", incombono la depressione e la droga. Muore per suicidio il 14 febbraio 2004 per un'ovredose da cocaina.
Questa è la storia che conosciamo tutti, ma potrebbe non essere la vera storia.
La mamma di Pantani, Tonina, è andata lunedì 10 dicembre alla trasmissione di Rai 2 "Ricomincio da qui" affermando che la storia è diversa, e chiedendo la riapertura del caso.
Ecco alcuni stralci...
Il primo episodio losco avvenne nel '95, quando Pantani si ruppe tibia e perone nello spaventoso incidente: in teoria non avebbe più potuto correre, quindi l'assicurazione doveva versare un premio miliardario. Qualcuno (la mamma e il cugino in trasmissione non specificano chi) cercò di gettare fango sul pirata perchè l'assicurazione non lo pagasse.
Poi c'è la vicenda legata al controllo del 4 giugno (la notizia verrà data il 5 giugno).
La mamma dice che un carcerato (di cui ahimè non ricordo il nome, non trovo su internet i video della puntata) le ha raccontato che nel mondo delle scommesse clandestine si sapeva già che il pirata non dovesse vincere. Dice che gli aveva telefonato un siciliano esortandolo a non puntare su Pantani, perchè non l'avrebbero fatto vincere, ma bensì su Gotti o su Jalabert.
Poi la mamma accusa Cristina, moglie di Marco, che si sarebbe approfittata di lui senza aiutarlo, e la manager (Manuela Ronchi), che l'ha allontanato dalla famiglia e dagli amici d'infanzia per inserirlo in un giro di conoscenze "più adatte a lui". Inoltre la manager appena Marco è morto ha scritto un libro su di lui: "un uomo in fuga. La vera storia di Marco Pantani." La mamma dice che quel libro è pieno di bugie.
Infine c'è il grande giallo legato alla sua morte. Lui era in un albergo a Rimini quel 14 febbraio.
Ricordo che le indagini hanno archiviato il caso per suicidio in 55 giorni (la media italiana è di due anni). Quella mattina, verso le 10:00, Pantani chiama la reception chiedendo di mandare la polizia. E' salita una ragazza, nessuno apre la porta della sua stanza, lei va in quella di fianco, telefona e un uomo le dice che non serve niente. Poi Pantani richiama preoccupato la reception alle 10:30, chiedendo per quale motivo non fosse ancora arrivata la polizia. La ragazza risale e sente bisbigliare. Marco muore alle 11:30. Durante l'autopsia trovano nel suo stomaco una dose di cocaina 6 volte superiore al tollerabile. Inoltre la mamma dice che Marco è pieno di graffi in faccia, due segni triangolari dietro all'orecchio sinistro, graffi sul collo. Nella sua stanza vengono trovate due confezioni di cibo cinese vuote (a Pantani non piaceva il cinese), e nell'autopsia nel tratto digerente non trovano niente se non il pane in cui era contenuta la cocaina.
Il 15 febbraio la stanza viene divelta, distruggono tutto, anche i sanitari del bagno.
Inoltre i dipendenti dell'albergo lo trovano alle 20:00 perchè aprono la porta della sua stanza. Ma il dubbio della mamma è: "perchè hanno aperto la porta dato che quell'hotel non aveva il servizio di ristorazione, quindi Marco non sarebbe dovuto scendere a cena?". In più un medico è stato autorizzato a prelevare un campione del cuore di Pantani. Perchè?
Inoltre, pochi giorni dopo l'uscita della biografia della Ronchi, Pregnolato -massaggiatore e grande amico del pirata- querela Manuela Ronchi e dichiara:
«Aldilà di quello che viene scritto su di me, di cui si sta occupando il mio legale, l'avvocato Federico Cecconi, al quale ho già fatto pervenire le fotocopie dei passi in cui mi sento offeso, credo che la vicenda Pantani sia ben diversa da come viene raccontata in questo libro. L'intenzione era sicuramente quella di raccontare la storia di Marco, ma la realtà è stata tradita. E credo che questo libro non salvi la faccia a Marco. Non voglio aggiungere altro, devo riflettere e voglio consultare il mio legale, con il quale mi incontrerò la prossima settimana. Di sicuro nel cuore ho sensazioni di rabbia e di dolore. Cosa chiedo? Che mi venga riconosciuto un danno morale che darò sicuramente in beneficienza, ma non certo alla Fondazione Marco Pantani diretta da Manuela Ronchi»
Insomma, tani dubbi, tanti interrogativi...Un giornalista francese, Philippe Brunel, ha scritto Vie et Mort de Marco Pantani, in cui confuta la tesi ufficiale e fondamentalmente riapre il caso.
Il problema è: perchè a nessuno dei giornalisti italiani è venuto in mente di indagare a fondo? Pechè tutti sono stati pronti ad affondarlo (in pole position Candido Cannavò, direttore della Gazzetta cioè del main sponsor del Giro), ma nessuno si è posto ulteriori domande? Perchè un giornalista francese? Perchè la magistratura ha archiviato il caso così celermente?
Chissà se un giorno si saprà la verità...
5 comments:
Credo che il carcerato si chiami VALLANZASCA (ENZO).Sul nome sono titubante, sul cognome meno.Sembra che costui asserì che Pantani per un giro di scommesse clandestino dietro al Giro, dovesse addirittura essere ucciso in corsa. CREDO,non vorrei ricordare male.Comunque il carcerato è vallanzasca,quello sono certo.
Ok Sara,
prendo il pezzo da qui.
ciao ...
@ Luca: Bravo, Vallanzasca! E' proprio lui!!!! Attento come sempre...
@ mc: ok! Ciao!
La ringrazio per Blog intiresny
imparato molto
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