20.1.08

Alessandra Sensini campionessa del mondo!


Da Aspettando Pechino 2008

Alessandra Sensini ha vinto a Takapuna Beach nella baia di Auckland in Nuova Zelanda, il campionato del mondo 2008 del windsurf olimpico RS:X, che si è concluso stanotte.

Nell'ultima regata di Medal Race, con vento forte intorno ai 25 nodi, l'azzurra si è piazzata seconda, mentre la sua diretta rivale, la neozelandese Barbara Kendall, è giunta solo quarta. L'estenuante duello durato 10 regate, si è concluso così a favore della nostra campionessa che ha vinto la classifica generale con 21 punti, due punti di vantaggio sulla neozelandese. Terza la spagnola Marina Alabau con 41 punti. In campo maschile è il neozelandese Tom Ashley che conquista il titolo mondiale.

Per la trentottenne grossetana si tratta del settimo titolo mondiale dopo i cinque nella categoria Mistral (1989, 1990, 2000, 2002, 2004) e quello del 2006 nella nuova categoria RS:X.



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19.1.08

La strage silenziosa dei lavoratori cinesi


Di Vittorio Strampelli - Pubblicato su MenteCritica

Vivere gomito a gomito con la morte. Salutare la propria famiglia al mattino e trascorrere la giornata nel terrore di non riuscire a tornare a casa con le proprie gambe. E’ questa la realtà con cui sono costretti a fare i conti ogni giorno i lavoratori della Repubblica Popolare Cinese, un Paese in cui termini come “sicurezza sul lavoro”, purtroppo, non rientrano ancora nel vocabolario di uso comune.
Solo nell’ultimo fine settimana, infatti, almeno undici persone sono morte mentre stavano svolgendo il proprio lavoro. Minatori, costretti a turni e condizioni lavorative al limite dell’umana sopportazione: sei di questi (di un settimo sono ancora in corso le ricerche) sono stati arsi vivi sabato scorso a oltre cento metri di profondità, in seguito a un incendio divampato in una cava di carbone nello Jiangxi, periferia orientale del Paese, mentre altri cinque corpi senza vita venivano recuperati dopo l’allagamento di un canale in un’altra miniera, nella provincia sudorientale dello Sichuan.
Ha un bel dire il governo cinese, che ha recentemente reso noti i dati ufficiali per il 2007, in base ai quali nell’anno scorso il numero di incidenti nelle cave di estrazione si è ridotto di un quinto: preso in valori relativi, un calo del 20 per cento potrebbe sembrare un ottimo traguardo. Ma le cifre assolute sono agghiaccianti: 3,786 morti solo nel 2007 e solo in miniera. Un bel progresso, diranno cinicamente alcuni, visto che appena due anni prima, nel 2005, di minatori morti se ne erano contati quasi seimila, stando a quanto riferisce l’agenzia di stampa cinese Xinhua.
E la tendenza al miglioramento, se è per questo, non è iniziata solo due anni fa: se nel 2002 ogni milione di tonnellate di carbone costava la vita cinque persone, nel 2007 il “prezzo” era sceso ad appena una persona e mezzo. Anche qui, un dato relativo ha il potere di mistificare la realtà: 1,5 persone morte ogni milione di tonnellate di carbone sembra infatti poca roba, se non fosse che nel Paese – il cui fabbisogno energetico dipende al 70 per cento dal carbone – soltanto l’anno scorso sono stati estratti 2,52 miliardi di tonnellate di carbone, tutti da minatori egualmente sfruttati e sottopagati.
La verità è che quella delle morti sul lavoro resta una piaga in Cina, un Paese abitato da quasi un miliardo e mezzo di esseri umani, e in cui qualunque statistica appare spropositata rispetto ai numeri cui siamo abituati nel mondo occidentale. Solo nel 2007, più di 100mila persone sono morte in incidenti legati al lavoro in generale: ed è andata anche meglio del 2006, fa sapere il governo della Repubblica Popolare.
Così, solo qualche giorno fa, Li Yizhong, responsabile nazionale della sicurezza sul lavoro, rivendicava i buoni risultati della campagna di sicurezza lanciata dal governo, nonostante numeri che restano da ecatombe, conseguenza di uno sviluppo economico inarrestabile che sta facendo pagare prezzi altissimi dal punto di vista sociale. Vari sono stati, negli ultimi due anni, i regolamenti sulla sicurezza nei posti di lavoro approvati dal governo. La loro applicazione continua però a essere molto blanda, e i colpevoli, nella stragrande maggioranza dei casi, non vengono perseguiti: per restare al caso delle miniere, nel 2006, il 95% dei funzionari del Partito implicati nelle proprietà di cave ove si sono verificati incidenti mortali è stato prosciolto.
Inoltre, i dati “ufficiali” forniti dal governo cinese circa gli incidenti sul lavoro risultano poco attendibili, perché molte morti non vengono denunciate per evitare la chiusura degli stabilimenti estrattivi, come prescriverebbe la legge. Ecco spiegato perché, secondo statistiche indipendenti, i soli morti in miniera sarebbero non tre o quattromila l’anno, bensì più di 20mila.
Non osiamo neppure immaginare le cifre “reali” delle vittime del lavoro complessivamente inteso: il sindacato clandestino ne stima (per difetto) oltre 130mila l’anno, più di 350 ogni giorno, mentre almeno sei milioni di lavoratori e lavoratrici cinesi subiscono ogni anno danni biologici irreversibili a causa della totale assenza di misure di sicurezza.


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5.1.08

Il sorriso perfetto

Dal Daveblog:


L'altro giorno ho letto che le cinesi che parteciperanno come hostess alle Olimpiadi di Pechino stanno frequentando degli appositi corsi di "accoglienza", in cui viene spiegato come mostrarsi sempre affabili e cordiali, che movimenti fare, e via dicendo. Mi ha colpito in particolare la cosa del sorriso perfetto, che secondo gli esperti cinesi non deve MAI mostrare più di otto denti. Capite allora che da quel momento ho finalmente trovato un obiettivo nella vita, che è quello di riprodurre alla perfezione quel tipo di sorriso. Tuttavia, devo ammettere, non è facile. Il mio sorriso base ammonta a 16 denti. Arrivare ad 8 significa mostrarne 4 di sopra e 4 di sotto, che è difficilissimo. Uno, perchè ne viene fuori una cosa che tutto pare meno che un sorriso e richiede uno sforzo sovrumano. Due, perchè 4 denti sopra e 4 denti sotto si possono mostrare solo ed esclusivamente atteggiando le labbra a cuore, cosa che risulterebbe alquanto sconveniente. Siccome però io agli obiettivi di una vita non intendo rinunciare così facilmente e se dico che voglio fare una cosa la faccio, ho deciso che d'ora in poi mostrerò comunque 8 denti. DI UNA SOLA FILA.
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La Karbon fa il poker!

Spindleruv Mlyn (Repubblica Ceca) - la Karbon vince ancora in gigante, è la quarta vittoria su quattro gare. Questa coppa del mondo è cominciata nel migliore dei modi per l'azzurra, che continua a dominare. E' sicuramente un gradino sopra le altre, e lo ha dimostrato in questa gara svoltasi su un tracciato per lei difficile, con un piano insidioso. Era già in testa dopo la prima manche, posizione confermata nella seconda manche, in cui ha perso nel pirmo tratto, per poi recuperare in quello intermedio e alla fine, chiudendo in 2'16''98. Ha battuto così la finlandese Tanja Poutianen (2'17''37) e l'austriaca Elisabeth Goergl (2'17''57). Altre due italiane sono arrivate tra le prime 10: Nicole Gius, sesta, e Manuela Moelgg, nona. Poi Camilla Alfieri, tredicesima, e Karen Putzer, ventunesima.
«Quella di oggi - ha detto la Karbon -è stata sicuramente la mia vittoria più difficile. È una pista con un tratto iniziale molto pianeggiante che sapevo mi avrebbe messo in difficoltà. Mi sono preparata per questo cercando di non perdere su quel tratto dando tutto poi nella parte finale. È andata bene, sono felicissima»
«Denise è la più forte, è nel suo momento migliore -ha detto sul traguardo la Moelgg-. La sua sicurezza aumenta di gara in gara». E’ ancora festa italiana: le azzurre hanno accolto Denise con l’urlo: "Go, Denny go", l’inno del suo fan club di Castelrotto.
Intanto ad Adelboeden in gigante vince Marc Berthod davanti ad Albrecht. Il primo degli italiani è Manferd Moelgg, quinto; Blardone diciotessimo.

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4.1.08

Cara, vecchia Costituzione...


La Costituzione il 1° gennaio 2008 ha compiuto sessant'anni.
Chi l'ha pensata a mio parere è stato geniale, intelligente, anche troppo. Non ha pensato infatti che la gente non sarebbe stata così sagace, partecipativa e innamorata del diritto e del senso civico, arguta nel capire i "tranelli" organizzati da chi la democrazia non la vuole fino in fondo. Negli ultimi anni si sono susseguite leggi-vergogna, abbiamo assistito al deperimento dei mezzi d'informazione, a cambiamenti della legge elettorale, a conflitti d'interesse giganteschi che poco c'entrano con la democrazia. Ma forse quelli dell'assemblea costituente non avevano pensato a un popolo così fermo, immobile di fronte agli eventi, incapace di reagire... E così siamo qui, a doverla ricordare, a dover controllare che tutto combaci con quel documento straordinario che non stiamo per niente rispettando, a scovare incredibili differenze tra quello che dovrebbe essere e quello che è.

C'è un bellissimo post di Lame Duck che parla proprio di questo:

Da qualche tempo si sono messi in testa di riscriverla perchè a qualcuno non piace così com'è, come se le Costituzioni degli Stati fossero regolamenti condominiali e non le fondamenta stesse della convivenza civile dei popoli.
Eppure basterebbe che i suoi dettami fossero applicati fino in fondo e saremmo sicuramente un paese migliore.
Voglio riproporre alcuni degli articoli più significativi, con qualche commento legato alla storia di questi sessant'anni e una domanda: la nostra Costituzione è stata proprio sempre applicata? E quante volte è stata violata?
Art. 1.

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Fondata sul lavoro, non sul lavoro precario a vita.
Art. 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. [...]

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Appunto, senza distinzione di sesso. Quando si parla di lotta all'omofobia e qualcuno pensa non sia necessaria.
Art. 7.

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. [...]
Indipendenti soprattutto.
Art. 10.

L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. [...]
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
Tantomeno il suo rapimento e deportazione in carceri segrete all'estero.
Art. 11.

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Ah, in condizioni di parità con altri Stati... Non so quanto la coalizione dei volenterosi rientri in questa definizione.
Art. 13.

La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.

È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.

La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.
L'intero articolo è stato calpestato e irriso nella notte tra il 21 ed il 22 luglio 2001 a Genova.
Art. 18.

I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.

Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare.
Gladio, P2...
Art. 20.

Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività.
Ehm, ricordate una certa legge che un governo di centrodestra fece per esentare dal pagamento dell'ICI, una delle più odiose gabelle, gli edifici di proprietà della Chiesa? E che dire del successivo governo di centrosinistra che non ha pensato di abolire questa legge?
Art. 21.

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. [...]
Editti bulgari, censure, tentativi di imbavagliamento, accuse di "uso criminoso del mezzo radiotelevisivo". Bisognerebbe far imparare a memoria questo articolo e farlo recitare prima di ogni pasto da chiunque si diletti di imprenditoria radiotelevisiva.
Art. 29.

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.

Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.
Dice matrimonio e basta, non matrimonio "tra uomo e donna" come pensa Mastella.
Art. 36.

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.

La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.

Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.
La grande conquista della modernità, il lavoro flessibile: niente ferie, niente malattia, niente indennità di maternità.
E' triste dirlo ma il primo paragrafo per molte realtà è ancora fantascienza.
Art. 53.

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
Più chiaro di così...


Quindi il problema è: se la nostra Democrazia è definita tale in base a queste leggi fondanti possiamo ancora pensare di essere in democrazia?
...Per la riflessione consiglio di leggere questo intervento di Massimo Fini (giornalista). Continua...