26.8.08

Pechino 2008 - Fenomenologia della malinconia


Ecco, è già il secondo giorno senza olimpiade. Ieri accendere la tv e vedere rai2 con le solite stupidate mi ha quasi reso attonita, incredula, mi sono dovuta riprogrammare. Le olimpiadi avevano un pò cambiato la mia quotidianità, la routine...Insomma mi mancano!!
In più domenica sera, un pò intristita, ho guardato il programma "sportivo" in cui parlano di calcio, perchè l'Inter ha vinto una partita, ma non so quale. E chi hanno chiamato? La Vezzali. Che era una di quelli che chiedeva la detassazione dei premi dato che il suo è uno di quegli sport poveri seguiti una volta ogni quattro anni. Ma cosa vai allora nella "tana del nemico"?
Allora penso che sia lì per promuovere la scherma, per combattere dall'interno magari, e invece cosa dichiara? Il suo tifo sfegatato per l'Inter e la sua depressione se non vince la sua squadra! Ma come! Valentina!
Questa trovata del sistema radiotelevisivo di invogliare gli atleti a dire quello che loro vogliono è incredibile, ed è incredibile che quasi tutti ci caschino.

Ma adesso parliamo di un problema serio, che fomenta la fenomenologia della malinconia: Londra 2012.
Dopo che questi cinesi suonano in 4000 dei tamburi con le luci sincronizzate, che ne fanno di tutti i colori, inventano qualsiasi fuoco d'artificio e mostrano cose sconosciute della Cina arriva sto autobus rosso a due piani... Poi ti aspetti il botto, e invece i soliti ballerini che ballano la solita musica rumorosa con gli ombrelli tipici dell'Inghilterra. Cioè tu presenti un paese e per invogliare la gente dici che lì piove.
Si scoperchia l'autobus e tu a questo punto ti aspetti qualche colpo di scena, e invece esce dalla portella una ragazzina col pallone, almeno siamo certi che non è selezionata come la finta cantante di Pechino perchè non è questa gran bellezza, lei è l'unica genuina di tutta la spedizione pseudopromozionale; dall'alto esce della moquette verde, tipica tappezzeria poco igienica inglese. Poi ti aspetti almeno un simbolo olimpico. Infatti esce Beckam che non so neanche come si scrive. Che se c'è un simbolo antiolimpico è lui e il consumismo e il capitalismo e la lotta per i soldi e per il potere che rappresentano lui, le sue pubblicità e il suo calcio. Lui, così patriottico che è andato a giocare a Los Angeles per soldi e bella vita.
Ma i londinesi non sono ancora contenti. Esce la coppia che scoppia: Leona Lewis, altro fenomeno commerciale, e Jimmy Page, che con lei che canta sembra un fenomeno sì, ma da baraccone.
Poi quel sindaco inguardabile, io non l'avevo mai visto, ma è incredibile come degli inglesi possano votare uno conciato così.

E così ho rimpianto la Cina, quel paese che prima non mi diceva niente se non muraglia-pollo fritto-Mao-comunismo e poco altro, quella Cina di cui non sopportavo l'ottusità e gli abitanti. Ecco, anche a questo serve l'olimpiade.

6 comments:

Luca Tittoni said...

Questo post è splendido e... splendidamente vero!
La presentazione di Londra piuttosto rozza.
Per quello che si è visto... molto meglio la Cina. Rispetto a quel senso del bello degli inglesi oserei dire che la Cina è stata iper elegante.
Che tristezza Beckam, il più sopravvalutato calciatore di fine e inizio millennio, più che tirare di piede (ad esclusione di qualche "crossetto") tira soltanto la sua immagine.
Baciooooooo Saretta.

Anonymous said...

Gran bel blog...davvero...se odi trasmissioni come controcampo o studio sport, visita questo che ho trovato in rete: http://controcontrocampo.blogspot.com
Fatti sentire

Sar@ said...

Grazie Luca!!! Ecco appunto, Cina elegante Londra tamarra!

@ anonimo: grazie! sono andata sul tuo blog, bello! Come ti chiami?

Webmaster said...

Linkata!

Anonymous said...

Ho condiviso il tuo smarrimento di fronte a quel che resta di Jimmy Page ed all'imbarazzante accostamento di Beckham con lo spirito olimpico.
Mah...

Sar@ said...

Grazie fully!!
In quest'epoca non ci resta che condividere...