24.8.08

Si spegne il braciere olimpico, ma la fiaccola deve rimanere accesa in ogni uomo


E così è finita. Questa volta i numeri del conto alla rovescia sono disegnati dai fuochi d'artificio.
La cerimonia di chiusura è più asciutta e più breve di quella d'apertura, si comincia ancora con le percussioni, ma questa volta si punta di più sugli acrobati.
Sfila un atleta per nazione, noi scorgiamo in lontananza la bandiera di Russo.
A mio avviso sono due i momenti più belli, intervallati da un intermezzo cantato veramente struggente. In primis la sfilata degli atleti, questa volta tutti mescolati, tutti insieme, perchè le olimpiadi sono innanzitutto condivisione e comunità, e così si vedono di fianco divise diverse, tutti ragazzi gioiosi e divertiti, tutti carichi d'energia.
Poi si abbassa la bandiera olimpica, si spegne la fiaccola, e allora la tristezza e il rimpianto si fanno largo, avanzano imperterriti. Si pensa che dopo le paralimpiadi di settembre altri 4 anni (interrotti fortunatamente da Vancouver 2010) saranno lunghi, che da domani sarà ancora calcio. Durante la pubblicità magari si guarda il gran premio, e si capisce che in confronto alle olimpiadi proprio non ha senso, è quasi privo di significati.
Ma non si sono ancora fatti i conti coi cinesi: ne hanno pensata sempre una in più, e allora apposta per l'occasione hanno costruito una struttura simile a quella delle torte di nozze ma alta diversi metri. Sopra si arrampicano degli uomini coi vestiti rossi che coi loro movimenti simulano la fiamma. Geniale. La fiamma olimpica deve rimanere accesa, siamo noi che dobbiamo mantenerla in vita, noi uomini, in fondo le olimpiadi sono una nicchia così piccola ma così grande, così breve ma così longeva di pace, di allegria, di ristoro, di armonia. E allora in questi 4 anni ci ricorderemo questa fiaccola umana, ci ricorderemo che sarebbe così facile rimanere tranquilli per tutto il tempo...In fondo è vero (anche se parzialmente) quello che ha detto Jacques Rogge oggi: "la Cina ha imparato qualcosa dal mondo e il mondo ha imparato qualcosa dalla Cina". Io, così scettica e così poco amante dei cinesi (soprattutto di chi li governa) mi sono lasciata meravigliare dalla loro perfezione, meccanica se vogliamo, indotta dall'alto, ma sempre perfezione; mi ha stupito l'organizzazione capillare, ma la cosa più incredibile e che mi ha commosso di più è che questi uomini ci hanno messo il cuore. Anche oggi, anche con quella fiaccola umana.
La sintesi migliore l'ha fatta Velasco. Ieri sera ha dichiarato che si è parlato del problema dei diritti umani in Cina perchè le olimpiadi erano lì, ma il problema dei diritti umani è universale, anche di quelli che li rispettano in casa propria ma non in casa degli altri, come gli stati Uniti. Ha detto che vanno rispettati anche i diritti umani dei terroristi, parole sante. E poi, riferendosi alla Cina, ha proseguito acclarando che di fatto noi non abbiamo potuto conoscere fino in fondo la vera Cina perchè c'era pieno di palazzi orribili coperti dal cartongesso, in quelli belli è evidente che abitano solo i vip, e hanno nascosto altre cose. Insomma è un saggio!
Tornando a noi, è grandioso come anche solo le cerimonie olimpiche si possa cominciare a osservare una cultura. Certo, in modo assolutamente parziale, costruito e semplicistico, ma ho cominciato a voler bene a un popolo che fino a 16 giorni fa non aveva niente da dirmi. Adesso dico io a loro grazie, perchè nonostante tutto c'avete messo l'anima. Aveva ragione il Dalai Lama "non boicottate le olimpiadi, seguitele perchè i cinesi se lo meritano".

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