9.4.09

L'Aquila non c'è più

terremoto_01



Volevo scrivere sul terremoto che ha devastato l'Aquila e alcuni paesi della provincia, volevo scrivere facendo pura cronaca secondo quello che dicevano le tv, niente polemiche, solo pura cronaca. Perchè ho notato che noi blogger siamo bravissimi a fare polemica e a puntare i piedi, con la cronaca nuda e cruda ci troviamo un pò più a disagio. Poi un amico mi ha segnalato questo blog, di un'aquilana, Anna, che sta vivendo questa tragedia. E se anche io mi impegnassi questa testimonianza è mille volte più vera di qualsiasi cosa possa scrivere io, ed è ora di far parlare chi sta vivendo queste cose, è ora di evitare il rumore assordante delle "parole lontane" per far parlare finalmente chi sa come vanno le cose. Per far urlare come sono andate le cose, perchè è ora che qualcuno urli. Se pubblicherò aggiornamenti saranno i suoi o quelli di qualche altro abruzzese, e lancio un appello: facciamo tutti così, diffondiamo solo la verità, la verità che è lì in quel luogo adesso, non la "verità" nostra lontana che in ogni caso dipende da altre fonti non troppo verificabili. Secondo me è il minimo che possiamo fare.



Eccomi qui. Gli ultimi post sono stati scritti non di mio pugno. Era la mia amica Chiara che scriveva da Bologna. Questa sono io. La situazione è tragica. Inenarrabile. Io e la mia famiglia abbiamo perso tutto: case, lavoro, vita passata, radici. TUTTO. Ma quello che vorrei urlaste al posto mio è la rabbia di essere stati lasciati soli. Noi Abruzzesi siamo stati mandati a morte scientemente. Erano mesi e mesi di scosse, e nessuno ne ha mai parlato. Nessun giornale, nessun TG. NESSUNO. NESSUNO.NESSUNO. Nessun piano di emergenza era stato approntato. Siamo stati mandati a morte. Avrebbero dovuto farci evacuare. Il terremoto del 700 ha avuto la stessa casistica, gli stessi tempi. Identico. E loro ci rassicuravano. Parlano di 200 morti. Bugia. Al momento sono mille. E non è finita. E gli sfollati sono 60mila. Denuncio quell'imbelle del sindaco Cialente. La presidente della provincia Stefania Pezzopane. Tutte le autorità. L'Aquila non è. Fu. E noi tutti con lei. Si entra in città e non si hanno più punti di riferimento. Mio marito è entrato stamani. E' tornato al campo sfollati. Non connetteva. Non sapeva più neanche il suo nome. Sono lucida. Le cose che vi dico sono verità. A presto. Anna

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