14.2.10

America's Cup a BMW Oracle



Permettetemi una parentesi su una competizione non olimpica: la America's Cup. L'abbiamo attesa 2 anni, ci sono state bizze giudiziarie, praticamente i professionisti che hanno lavorato di più in questo lasso di tempo sono stati gli avvocati. Sono cambiate le regole, il defender Alinghi ha optato per dei barconi con le dimensioni di una crociera (larghezza pari a due campi da tennis), si è passati da barche a scafo singolo con un albero di 30 metri (comunque mica poco!) a barche multiscafo con alberi così alti che i grinder (quegli omoni che issano le vene a mano, o meglio a manovella) non bastavano più. Hanno installato dei motorini per issare le vele tramite sistemi idraulici, Alinghi ha optato per un catamarano che in teoria doveva essere migliore in condizioni di vento scarso, vela "classica"; Oracle invece si è presentato con un trimarano veramente impressionante, con una vela "speciale" cioè semirigida e divisa in 9 segmenti, ognuno manovrabile (sempre coi motorini) indipendentemente dall'altro. Questo serve perchè chiaramente a 50 metri d'altezza il vento è diverso da quello a pelo dell'acqua, e quindi si aumenta l'efficienza della vela.
Si è detto ai "tradizionalisti" che questi multiscafo sono utili e auspicabili perchè aumenta la tecnologia, e se aumenta la tecnologia aumenta lo spettacolo, quindi tutto perfetto. Peccato che a causa dei misfatti giudiziari si sia regatato a Valencia in Febbraio, cioè quando non c'è la brezza marina estiva o primaverile, ma il mare è più turbolento, e il vento più incostante. Queste barche così tecnologiche non riescono a navigare con un'onda alta un metro e mezzo (che più o meno sarebbe come se noi non riuscissimo a salire un gradino di 5 cm) e quindi ci sono stati due rinvii di partenza, con buona pace degli sponsor. Si è poi regatato la prima volta, e Alinghi ha preso una penalità immediatamente dopo la partenza, penalità recuperata verso la fine non senza difficoltà, ed è arrivata con tre chilometri e mezzo di distacco (più di un quarto d'ora). Poi la seconda regata è stata invece rinviata per mancanza di vento. Questo ci fa riflettere sulla reale utilità della tecnologia: è utile e auspicabile quando serve per rispondere a qualche necessità, è inutile se non funziona nelle reali condizioni in campo. Sarebbe come costruire dei bolidi di Formula 1 che però riescono ad andare solo dritti, e intanto aspettare che vengano prodotte piste senza curve. E' assurdo! Oggi la seconda regata: Oracle ha nuovamente vinto (con un vantaggio di più di 5 minuti), dato che Alinghi ha preso un'altra penalità in partenza. Quindi dato la Coppa America si gioca al meglio delle tre gare (tanto fumo e niente arrosto, mi verrebbe da dire) Oracle ha vinto la 33esima America's Cup.
In pratica chi ha proposto tutto ciò, riducendo anche il numero dei partecipanti (cioè due), e fabbricando la barca solo dopo aver visto Oracle, ha perso sonoramente in entrambe le regate, cioè la tecnologia che doveva essere migliore con vento scarso è risultata nettamente inferiore.
Forse è la prova che il fattore umano conta, e che potendo provare poco la barca gli errori aumentano. Anche con la barca potenzialmente migliore, se gli uomini non la provano e non la spingono al limite, non si va molto lontano.
In più credo che questa Coppa America abbia fatto perdere interesse: come in Formula 1 quando hanno il sopravvento i cambi (a volte assurdi) di regolamento, quando si stravolgono le regole, quando si pensa più alle carte che allo sport, tutto perde il fascino che aveva acquistato con tanta fatica. Per me sinceramente è molto spettacolare vedere ad esempio il trimarano che ha un lato che letteralmente vola, è fantastico vedere che gli scafi si sollevano superando il principio d'Archimede, però tutto ciò deve avere un senso e una fattibilità che non è stata calcolata.

Diciamo così: il trofeo velistico più prestigioso torna in un paese con il mare.

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