9.8.12

Le squadre maschili in semifinale grazie a due grandi partite!






Da Luigi Mastrangelo a Stefano Tempesti, da Ivan Zaytsen a Danijel Premus. Finalmente l'Italia riesce a fare squadra, pallavolo e pallanuoto sono alle semifinali olimpiche. Eccoli arrivano i nostri, sono gli "azzurroni", sopra la rete e dentro l'acqua, ragazzi statuari, imponenti, superatleti che superano anche i due metri. E che si sono massacrati di allenamenti per arrivare fino a qui. Alessandro Fei è alto 2.04, e infatti fa muro, Stefano Tempesti,  il nostro portierone del Settebello, misura 2.05 per il Coni, e 2.03 per la Pro Recco: comunque sia tocca il fondo profondo 1,97. Cominciamo a girare in zona medaglia, un'altra partita e si lotta per l'oro: la pallavolo troverà il Brasile, la pallanuoto la Serbia. Formidabili avversari, il più difficile  -  e il bello dunque - deve ancora arrivare. Bisogna ancora scalare la montagna. "Non ci accontentiamo, non ci fermiamo qui" hanno detto i due allenatori, a distanza di poche ore e da due parti opposte di Londra. C'è feeling tra le due squadre e si sente nell'aria, portano la bandiera di sport diffusi, non popolari come il calcio, molto molto diversi, ma ugualmente bollenti e sanguigni, con i palazzetti che traboccano e urlano di passione.
Arrivano le partite svolta di questa olimpiade azzurra che nella seconda parte ha conosciuto le polemiche e i veleni del doping che hanno oscurato, purtroppo, quanto di buono hanno fatto la scherma, i tiri, e tutti quegli sport che sono il nostro tradizionale serbatoio.

Pallanuoto e pallavolo si portano appresso una passione diversa, non serve il tempo o la perfezione. Sono sport dove si lotta letteralmente  -  la pallanuoto, "lotta greco romana in acqua ormai" come l'ha definita Elisa Casanova capitano del Setterosa  -  o ci si sfinisce psicologicamente  -  la pallavolo  -  perché un gol o punto non dipendono da una persona sola ma da un gruppo, da un sincronismo eccezionale. Bisogna muoversi e ragionare, allenatore compreso, come una persona sola. Sia la squadra di Mauro Berruto, 43 anni, allenatore intellettuale, laureato in antropologia, grande comunicatore e psicologo, torinese e torinista fino all'ultimo capello che non ha più, e Alessandro Campagna, 49 anni, siciliano, medaglia d'oro a Barcellona '92, grandissimo tifoso juventino invece, e come dice lui "direttore d'orchestra" di questo Settebello 2012, avevano cominciato tra molti dubbi, in gironi imperfetti se non quasi del tutto sbagliato. "Certe critiche ci avevano fatto molto male, ma non è l'ora di togliersi i sassolini dalle scarpe" ha detto Mauro Berruto. "Certe critiche mi avevano fatto molto incazzare" è andato giù duro il vicecapitano e regista Felugo.
   La partenza sbagliata è toccata all'Italia della pallavolo. Gli azzurroni hanno cominciato male, 1-3 con la Polonia, e chiuso ancora peggio, 0-3, dalla Bulgaria. L'Italia ha acchiappato l'ultimo posto possibile e da quarta ha incrociato gli Usa, primi nell'altro girone. Sembrava dovessero fare un solo boccone di noi ed è stato il contrario. Anche il Settebello aveva convinto poco, ma insomma era andato in crescendo, tant'è vero che aveva chiuso al secondo posto, andando a prendere l'Ungheria. Uno dei peggiori avversari possibili: l'Ungheria è la pallanuoto, è "la Squadra" come ha detto Christian Presciutti, che l'ha affondata con tre gol e altri otto dei formidabili Felugo, Figlioli & C.

Pallanuoto e pallavolo sono espressione del nuovo sport , un'Italia allargata verso il mondo e verso l'Europa. Ivan Zaytsev è figlio di grandi sportivi russi, nato a Spoleto, Travica ha origini croate, Lasko polacche: la pallavolo è un formidabile accrocco di ragazzi marchigiani - Bari, Birarelli, Papi sono nati ad Ancona e Senigallia  -  e  ha in Macerata, dove Berruto ha allenato a lungo, il nucleo di riferimento. La pallanuoto ha accolto nel suo grembo Pietro Figlioli, atleta con tre passaporti nato a Rio, i croati Fiorentini e Premus, il cubano Perez, Alex Giorgetti è nato a Budapest. Il goleador-velocista Pietro Figlioli ha una storia straordinaria: è figlio di José Fiolo, ex ranista recordman brasiliano, la sua famiglia di origini italiane si strasferì in Australia e lui è arrivato fino alla nazionale di pallanuoto australiana partecipando ai Giochi di Pechino, poi il trasferimento in Italia a Recco e dunque il Settebello. Già perché il cuore del Settebello è della Pro Recco  -  8 giocatori su 13 Felugo, Figlioli, Fiorentini, Giacoppo, Giorgetti, Gitto, Pastorino e Tempesti  -  il formidabile club ligure che vince tutto in Italia e in Europa.

Ci toccano adesso avversari duri e tostissimi. Nella pallvolo il Brasile lo abbiamo affrontato infinite volte, l'ultima che conta quattro anni fa in semifinale a Pechino e non ci andò bene. E' ora di rifarci. La Serbia è un'altra potenza della pallanuoto: bronzo a Pechino, oro ai Mondiali di Roma, oro agli Europei di gennaio a Eindhoven. Ma anche argento ai mondiali dello scorso anno a Shangai, quando la battemmo 8-7 con gol di Felugo allo scadere dei supplementari prendendoci il mondo. Sono grandi, grossi, enormi, veri e propri squali: e vorranno vendicarsi. Ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. 
Fonte: Repubblica.it

1 comment:

Hung said...

Cool!