28.6.07

Ma basta!

Ancora doping: ormai oltre alle ondate di calore bisogna cominciare a parlare di ondate di doping, che sembra pervadere insistentemente ogni sport di resistenza. Sono indagati Gibilisco (che rischia più di due anni di squalifica perché gareggia per la guardia di finanza), Petacchi, trovato positivo al sambutamolo, e che ha rinunciato alle controanalisi per risparmiare tempo per poter gareggiare al tour de france. Questi sono solo due nomi di spicco tra i tanti coinvolti (tra cui anche Di Luca, convocato a deporre il 7 luglio). E intanto parla la federazione dei medici sportivi, tentando di difendere i medici coinvolti, con la certezza della loro buona fede. Si lamentano perché nell’antidoping non sono rappresentati come medici, ci sono solo magistrati, cosa pericolosa perché si rischiano i qui-pro-quo e una complicità tra medico e atleta. La complicità è indipendente dalla rappresentanza medica, e lo sanno perfettamente. E’ dovuta alla voglia di emergere, sia dell’atleta che del dottore. I qui-pro-quo poi non possono accadere, dato che il medico dopo 11 anni di studio dovrebbe sapere quali sono le sostanze dopanti e pericolose, esattamente come conosce benefici e controindicazioni dei farmaci.
Essendo in Italia, poi, forse è forte il rischio di nominare un medico già colluso con questi loschi affari. Forse è solo mero pregiudizio, però sentire parlare i presidenti dei medici a difesa della categoria fa pensare alle corporazioni, e l’unico risultato è che la gente ha meno fiducia nel “sistema”.

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