Conto alla rovescia
Oggi in Cina festeggiamenti mastodontici per i 366 giorni prima delle olimpiadi (tutti dicono 365, ma gli anni olimpici sono bisestili! Io rimango convinta sul 366). Un milione di cinesi sono scesi in piazza Tienanmen, sfidando lo smog odierno. Numerose le polemiche su vari fronti: da un lato gli attivisti Tibetani, poi l'Australia che ha accolto il Dalai Lama (esiliato) e per questo è stata accusata dalle autorità cinesi, reagendo con un secco e condivisibile "che Pechino rispetti la democrazia almeno negli stati stranieri"; come se non bastasse sono stati fermati ieri altri giornalisti, contrariamente alle promesse fatte per garantire minimamente la libertà di stampa. Per cui, come sempre, olimpiadi dai due volti: uno colossale, illuminato, prestigioso, dalle grandi ambizioni, moderno, tecnologico, amichevole; l'altro colmo di oppressione, di violazione dei diritti umani, dittatoriale, sporco, disonesto, sfruttatore.
Le promesse che hanno fatto sono evanescenti, destinate a non avere futuro, il solito "tranello" per inculcare tranquillità, il solito pro-forma per tentare di salvare la faccia al CIO. Che nel suo sito ovviamente pubblicizza i giochi, celando tutte queste pecche certamente rilevanti. Mi piacerebbe sempre parlare bene delle olimpiadi, ma è un piccolo desiderio destinato a svanire, dato la piega che sta prendendo il CIO, che cede da un lato al comunismo, e dall'altro al capitalismo sfrenato degli sponsor. Tra l'altro -in un'epoca in cui per migliorare anche solo di qualche centesimo ci si dopa- trovo incredibile che si debbano spostare le gare a causa dello smog. Siccome le olimpiadi sussistono perchè esitono atleti che dedicano la vita allo sport son i primi che vanno tutelati!
Questo scrive Repubblica:
PECHINO - E' cominciata la festa del "countdown". Un milione di cinesi hanno invaso le strade di Pechino per celebrare la scadenza di un anno all'apertura delle Olimpiadi del 2008, che si svolgeranno nella capitale della Cina. In piazza Tienanmen, è stato salutato il passaggio dai 366 giorni mancanti ai 365. Sull'orologio presente in piazza, il nuovo numero è comparso alle 20 locali (le 14 italiane): il numero 8, sinonimo di fortuna nella tradizione cinese, si conferma simbolo dei Giochi che cominceranno appunto l'8/8/2008. Alla cerimonia hanno assistito il presidente del Cio Jacques Rogge e i rappresentanti di 205 comitati olimpici nazionali.
Ma se l'apparato prepara lo storico evento con toni trionfalistici, i problemi - guardando al di là dello sfarzo dei preparativi - esistono, eccome. Sul fronte dei diritti umani, oggi, quaranta dissidenti cinesi, tra cui la fondatrice dell'associazione delle Madri di Piazza Tienanmen, Ding Zilin hanno diffuso una lettera aperta alle autorità cinesi affinché vengano liberati di tutti i detenuti per reati d'opinione.
Sette le richieste che i firmatari rivolgono al governo: amnistia per i detenuti di coscienza; frontiere aperte per far rientrare gli esuli; libertà di lavoro per i giornalisti cinesi e stranieri; indennizzi adeguati per le vittime delle espropriazioni legate alle opere olimpiche; protezione dei lavoratori edili, in gran parte immigrati; fine delle operazioni di polizia contro coloro che presentano petizioni; creazione di un comitato di cittadini per il controllo delle spese olimpiche.
Richieste che per ora sembrano cadere nel vuoto. Mentre non s'è spenta l'eco del fermo subito ieri dai giornalisti internazionali che avevano partecipato a una conferenza stampa "non ufficiale", gli attivisti filotibetani che ieri avevano inscenato una protesta ai piedi della Grande Muraglia risultano tuttora detenuti. Intanto, le comunità di esiliati del Paese himalaiano hanno annunciato per oggi manifestazioni di protesta in diverse città tra cui Londra, Città del Messico, New Delhi e Città del Capo. Il Tibet è stato occupato nel 1950 dall'esercito cinese. Nel 1959 il leader spirituale tibetano, il Dalai Lama, è fuggito e da allora vive in esilio in India.
Ma non sono solo i diritti umani a tenere banco. Sul fronte tecnico-sportivo, oltre ai dubbi sullo stato d'avanzamento dei lavori, a dettare l'agenda del Comitato olimpico è l'allarme smog, il problema della quasi perenne nube che avvolge la metropoli cinese e contro la quale sarebbe stato fatto poco o nulla. Una situazione così seria, ha dichiarato il presidente del Cio Jacques Rogge durante i festeggiamenti per il "countdown", da poter addirittura modificare il programma delle gare. "La variazione d'orario di alcuni eventi è un'ipotesi da considerare - ha detto - non sarebbe necessaria per tutti gli sport: gli eventi di breve durata non costituirebbero un problema ma per altre discipline l'ipotesi è da prendere in considerazione". A rischio le gare di durata, come il ciclismo, per il quale si prospetta un posticipo dell'orario d'inizio, se non addirittura un rinvio giorno, per giorno, in base ai dati dell'inquinamento. Insomma, chi era "solo" abituato ai posticipi da maltempo delle Olimpiadi invernali, dovrà rivedere le proprie certezze.
A preoccuparsi dello cinese non è solo Rogge. Il presidente del comitato olimpico australiano John Coates, che si trova a Pechino ha detto che - di sicuro raccomanderemo ai nostri atleti di non venire qui con troppo anticipo: ne ricaverebbero soltanto l'aumentato rischio di prendersi qualche malattia respiratoria o di tipo gastrico. Quindi, li faremo venire a Pechino solo quattro o cinque giorni prima delle gare".
Altro grido d'allarme sul doping. Arriva da Werner Franke, docente dell'università di Heidelberg e massimo esperto tedesco in materia. "La Cina è il principale produttore e fornitore di doping a livello mondiale - ha detto il biologo molecolare al quotidiano "Thuringer Allgemeinen', puntando il dito contro l'ampio uso di sostanze illecite soprattutto nel nuoto e nell'atletica leggera. "Boicottare i Giochi sarebbe un segnale. Sarebbe la ribellione dello sport pulito". Franke recentemente ha sollevato sospetti sul vincitore del Tour de France, lo spagnolo Alberto Contador e ha consegnato alla polizia tedesca documenti che accuserebbero l'iberico.
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