Cina alla ricerca dell'atleta perfetto?
Tutto ciò è inquietante, c'è da sperare che sia falso, perchè in caso contrario dovremmo scontrarci con la cruda realtà degli esperimenti genetici sull'uomo. Lascio giudicare a voi i toni dell'articolo, a me sembrano sensazionalisti ma stringi stringi non c'è nessun particolare, chissà, è uno di quei misteri destinati a rimanere indecifrabili.
Di Michele Diomaiuta - Real Trust
Il campione di basket dell’NBA Yao Ming alto 2 metri e 26 centimetri, sarebbe il risultato genetico di un esperimento scientifico portato avanti segretamente da un equipe di medici cinesi, ai quali venne ordinato di creare un atleta perfetto. Real Trust ispirandosi all’inchiesta del cronista del Newsweek Brook Larmer proverà a fare luce su questa sconvolgente vicenda.
La figura di un campione dello sport può avere una forza comunicativa superiore a quella di tante altre personalità, in quanto un fuoriclasse di una popolare disciplina sportiva ha una visibilità internazionale unica. Il fatto che spesso un atleta diventi il simbolo di un modo di intendere la vita, può incidere in maniera positiva sul comportamento sociale di milioni di giovani, e non a caso spesso i campioni dello sport sono chiamati a fare da testimonial per le campagne contro l’uso delle droghe o contro la guida in stato di ebbrezza. Tutto il potere comunicativo di un atleta sul piano dell’immagine è anche un enorme affare economico, se pensiamo che spesso le multinazionali investono montagne milioni per assicurarsi il volto di un atleta. Questa inchiesta di Real Trust è dedicata ad una misteriosa vicenda legata al campione di basket Yao Ming, in cui si intrecciano ingegneria genetica, politica e sport.
Nella più importante lega professionistica del mondo per quanto riguarda il basket, l’americana NBA, da alcuni anni milita un vero e proprio gigante. Si chiama Yao Ming, stella degli Houston Rockets. Nato in Cina nel 1980 sembra essere stato creato appositamente per diventare un campione di pallacanestro. Spesso per gli atleti fuoriclasse questa frase può essere quasi un modo di dire, ma nel caso di Yao Ming, alto 2 metri e 26 centimetri, è una riflessione che hanno fatto in molti, finché un giornalista del Newsweek ha voluto aprire segretamente un’inchiesta per capire cosa si nascondesse dietro al fisico da super uomo del cestista cinese.
Si chiama Brook Larmer il cronista del Newsweek, da sempre un estimatore dei campioni di basket, che dopo aver esultato davanti alle gesta atletiche di Michael Jordan, restò stupefatto quando vide in campo Yao Ming. Secondo il giornalista quel gigante sembrava non avere nulla di naturale, in quanto la sua eccezionale altezza sembrava essere il risultato riuscito di un processo di eugenetica. Si trattava di una fantasia dovuta al mito di Frankenstain? Brook decise di scoprire se poteva essere credibile pensare che degli scienziati avessero creato in un laboratorio segreto il giocatore di basket che partendo dalla Cina di Mao-Tse-Tung avrebbe dovuto conquistare l’America.
Quando Brook Larmer, l’uomo che voleva scoprire la verità sullo straordinario fisico di Yao Ming, arrivò in Cina per mettersi sulle tracce di quell’enigma, capì immediatamente che le autorità avevano qualcosa da nascondere. Il cronista intuì che la sua presenza a Pechino per distruggere l’immagine pubblica di quello che era il più famoso cinese nel mondo non era affatto ben vista. Si trattava soltanto della difesa di un patriottismo e di interessi economici? Oppure le dinamiche della nascita di quell’uomo alto 2 metri e 26 dovevano essere celate al mondo intero?
Un cronista americano che si aggira tra le strade della Cina ancora oggi può suscitare sospetti da parte delle forze dell’ordine di un paese che nel 2008 organizzerà i giochi olimpici, ma nel quale vige ancora la pena di morte. Larmer per trovare elementi utili a portare avanti la sua inchiesta fu costretto ad agire spesso nell’anonimato. Il suo primo passo fu andare a scavare nel passato di Yao Ming e della sua famiglia, per capire quale struttura fisica eccezionale avevano i suoi genitori. Fu proprio allora che saltò fuori il primo clamoroso e sconcertante segreto.
Brook Larmer per svelare la verità su Yao Ming provò ad individuare i suoi genitori, fatto che dovrebbe essere normale per un cronista che vorrebbe intervistare la famiglia di un fuoriclasse dello sport. L’impresa però si rivelò incredibilmente ardua: per Larmer non fu facile intercettare la famiglia del campione e riuscì soltanto a scoprire come erano venuti a contatto. Per scoprire queste verità tenute Top Secret, il giornalista dovette anche affidarsi alla memoria di alcuni cinesi che dichiararono che i genitori di Yao Ming erano stati a loro volta due campioni dello sport.
Per Brook Larmer fu subito chiaro quanto era avvenuto in Cina per creare il perfetto giocatore di basket. Da una lunga e complicatissima indagine emerse un dato inquietante. I genitori di Yao Ming, il padre Yao Zhi Yuan e la madre Fang Feng Di, erano entrambi due ex giocatori di basket, che per la loro altezza potevano essere considerati dei giganti. Il fatto che due campioni eccezionalmente alti abbiano condiviso un amore non dettato da interessi di stato, potrebbe anche essere credibile.. ma le scoperte del cronista americano andarono oltre.
Ci fu un sensazionale colpo di scena quando Brook Larmer scoprì che i genitori di Yao Ming erano stati fatti incontrare per generare quello che sarebbe diventato il simbolo della Cina vincente nella società degli Stati Uniti d’America. I due, secondo la sua indagine raccontata poi nel libro Operation Yao Ming, neanche si erano mai visti personalmente quando il governo di Pechino, per esplicito volere del dittatore Mao-Tse-Tung, gli impose di fare un figlio. Ad avallare la tesi di Brook Larmer c’era anche un’ ulteriore incredibile scoperta.
La prova inoppugnabile per dimostrare che Yao Ming era il risultato di un esperimento genetico stava nel fatto che in Cina, per controllare e limitare la sovrappopolazione, il governo aveva vietato ai cittadini di avere più di un figlio. Per i genitori del campione fu però fatta un’eccezione. Il sospetto a Brook Larmer venne immediatamente ed iniziò a pensare che forse in Cina esistevano nell’anonimato diversi fratelli di Yao Ming, creati per diventare delle stelle del basket e poi scartati perché non idonei a quella inquietante missione.
Il giallo legato alla nascita di Yao Ming diventava sempre più intenso. Più il cronista andava avanti con le sue indagini, maggiori erano le conferme che trovava a quella sua tesi. Ormai gli era chiaro che il giocatore cinese degli Houston Rockets non era nato come tutti gli altri uomini, ma secondo un progetto genetico, studiato da alcuni scienziati obbligati dal governo di Pechino a mettere in atto quella spaventosa missione. Il giornalista del Newsweek stava per scovare altre sensazionali notizie, che lo avrebbero lasciato sconvolto.
Brook Larmer scoprì che Yao Ming subito dopo la nascita venne seguito da uno staff di medici, fino all’età dell’adolescenza, quando diventò un potenziale fuoriclasse del basket. Il cestista venne prelevato dalla sua famiglia naturale per vivere quotidianamente a contatto con degli scienziati, più come un robot che come un bambino. Privato quindi del tutto degli affetti, Yao Ming aveva una sola funzione sociale, diventare il più grande giocatore di pallacanestro del mondo.. per realizzare questo folle progetto fu sottoposto ad un trattamento spietato.
Il talento e il fisico di Yao Ming Non erano il risultato della casualità e di un normale allenamento. Per il cronista Brook Larmer costituivano la prova della mancanza di rispetto dei diritti umani nella società cinese. Il giornalista però aveva scoperto solo la prima parte del mistero di Yao Ming; c’erano ancora delle verità che ad un europeo possono apparire tanto ciniche quanto grottesche: gli allenamenti a cui fu sottoposto l’atleta cinese erano stati incredibilmente massacranti sin da quando era un bambino.
Gli allenamenti a ritmi inumani a cui venne sottoposto Yao Ming erano la prova dell’inquietante esperimento voluto dalle autorità cinesi. Brook Larmer voleva però andare oltre e scoprire se ad una selezione genetica per trovare i genitori di un uomo che sarebbe diventato alto 2 metri e 26 centimetri, erano stati affiancati anche dei farmaci per far di Yao Ming un gigante. L’ipotesi del giornalista era che al giocatore di basket fossero stati somministrati degli ormoni della crescita, ignorando del tutto la sua salute pur di farlo diventare un fenomeno.
La pista da seguire per capire quali farmaci erano stati somministrati a Yao Ming, fu di fatto impossibile da percorrere, in quanto alle autorità cinesi era giunta la notizia che un cronista americano stava indagando nel passato del campione. Venne così oscurata qualsiasi iniziativa per portare avanti questo capitolo dell’indagine. A Larmer non restò quindi che analizzare l’infanzia e l’adolescenza di Yao Ming ed anche in questo caso venne a conoscenza di verità sorprendenti.
In genere i fuoriclasse dello sport sono come dei fiori che germogliano per caso illuminando la storia dello sport. Dei veri e propri geni irripetibili come il velocista Carl Lewis, detto anche il figlio del vento, o i dribbling del grande Diego Armando Maradona, non sono il risultato di inquietanti processi di ingegneria genetica. Mentre in seguito all’inchiesta del giornalista Brook Larmer sembra non essere un’ipotesi avventata poter dire che Yao Ming, l’atleta cinese più dell’NBA sia stato in realtà creato sul progetto di alcuni scienziati, a cui venne affidato l’agghiacciante compito di creare in laboratorio il giocatore di basket perfetto.
A confermare tutte le tesi di Brook Larmer c’era anche il curriculum atletico di Yao Ming, che quando aveva 13 anni già militava in una squadra professionistica come gli Shanghai Sharks. Il fatto che un bambino riuscisse ad essere superiore a degli atleti adulti in modo davvero schiacciante attirò sin da subito gli osservatori dell’NBA, che capirono quanto sarebbe stato utile accaparrarsi il cartellino di quel fuoriclasse acquistandolo. La missione era dunque riuscita, la Cina poteva vantare nella sua nazionale la presenza di Yao Ming, una stella del basket attualmente valutata per oltre 150 milioni di dollari.
Brook Larmer sapeva che quella sua inchiesta su Yao Ming avrebbe fatto grande scalpore ed era consapevole che rivelando quelle verità si sarebbe scontrato con enormi interessi economici e politici. Le smentite su quanto scoperto dal cronista americano, come si poteva prevedere, non mancarono, e per molti tifosi del campione di basket, quel giornalista era soltanto un tizio che voleva speculare sulla fama planetaria del loro gigantesco idolo. Ormai però Larmer era riuscito nel suo intento, cioè gettare sospetto sul passato di Yao Ming.
Molti giovani estimatori di Yao Ming non riuscivano a capire perché Brook Larmer volesse gettare fango sulla figura pubblica del loro campione. In realtà il giornalista si difese dimostrando che quella sua inchiesta non era contro il cestista cinese, ma denunciava esclusivamente la mancanza di rispetto della dignità di un uomo, trattato come una macchina. Inoltre Larmer sapeva che per diverse multinazionali americane un personaggio come Yao Ming, poteva essere soltanto uno strepitoso affare economico, considerato che utilizzandolo come testimonial avrebbero certamente conquistato un mercato di oltre un miliardo di cinesi.
L’unica vittima che emerge dall’inchiesta di Brook Larmer è proprio il campione dell’NBA Yao Ming, che attualmente viene strumentalizzato dalla politica cinese, in quanto deve rappresentare nel bene e nel male il suo paese nel mondo, nel quale certamente vige un relativo rispetto dei diritti civili. Mentre Yao Ming continua dunque a far canestri e a far innamorare del basket milioni di giovani, intorno a lui marcia una macchina potentissima che produce denaro. Il fatto che tutto questo non sia stato premeditato, grazie al cronista Brook Larmer, appare come un’ipotesi poco credibile, e ci spinge a credere che intorno alla nascita Yao Ming, probabilmente, ci sono ancora molte verità segrete.
La figura di un campione dello sport può avere una forza comunicativa superiore a quella di tante altre personalità, in quanto un fuoriclasse di una popolare disciplina sportiva ha una visibilità internazionale unica. Il fatto che spesso un atleta diventi il simbolo di un modo di intendere la vita, può incidere in maniera positiva sul comportamento sociale di milioni di giovani, e non a caso spesso i campioni dello sport sono chiamati a fare da testimonial per le campagne contro l’uso delle droghe o contro la guida in stato di ebbrezza. Tutto il potere comunicativo di un atleta sul piano dell’immagine è anche un enorme affare economico, se pensiamo che spesso le multinazionali investono montagne milioni per assicurarsi il volto di un atleta. Questa inchiesta di Real Trust è dedicata ad una misteriosa vicenda legata al campione di basket Yao Ming, in cui si intrecciano ingegneria genetica, politica e sport.
Nella più importante lega professionistica del mondo per quanto riguarda il basket, l’americana NBA, da alcuni anni milita un vero e proprio gigante. Si chiama Yao Ming, stella degli Houston Rockets. Nato in Cina nel 1980 sembra essere stato creato appositamente per diventare un campione di pallacanestro. Spesso per gli atleti fuoriclasse questa frase può essere quasi un modo di dire, ma nel caso di Yao Ming, alto 2 metri e 26 centimetri, è una riflessione che hanno fatto in molti, finché un giornalista del Newsweek ha voluto aprire segretamente un’inchiesta per capire cosa si nascondesse dietro al fisico da super uomo del cestista cinese.
Si chiama Brook Larmer il cronista del Newsweek, da sempre un estimatore dei campioni di basket, che dopo aver esultato davanti alle gesta atletiche di Michael Jordan, restò stupefatto quando vide in campo Yao Ming. Secondo il giornalista quel gigante sembrava non avere nulla di naturale, in quanto la sua eccezionale altezza sembrava essere il risultato riuscito di un processo di eugenetica. Si trattava di una fantasia dovuta al mito di Frankenstain? Brook decise di scoprire se poteva essere credibile pensare che degli scienziati avessero creato in un laboratorio segreto il giocatore di basket che partendo dalla Cina di Mao-Tse-Tung avrebbe dovuto conquistare l’America.
Quando Brook Larmer, l’uomo che voleva scoprire la verità sullo straordinario fisico di Yao Ming, arrivò in Cina per mettersi sulle tracce di quell’enigma, capì immediatamente che le autorità avevano qualcosa da nascondere. Il cronista intuì che la sua presenza a Pechino per distruggere l’immagine pubblica di quello che era il più famoso cinese nel mondo non era affatto ben vista. Si trattava soltanto della difesa di un patriottismo e di interessi economici? Oppure le dinamiche della nascita di quell’uomo alto 2 metri e 26 dovevano essere celate al mondo intero?
Un cronista americano che si aggira tra le strade della Cina ancora oggi può suscitare sospetti da parte delle forze dell’ordine di un paese che nel 2008 organizzerà i giochi olimpici, ma nel quale vige ancora la pena di morte. Larmer per trovare elementi utili a portare avanti la sua inchiesta fu costretto ad agire spesso nell’anonimato. Il suo primo passo fu andare a scavare nel passato di Yao Ming e della sua famiglia, per capire quale struttura fisica eccezionale avevano i suoi genitori. Fu proprio allora che saltò fuori il primo clamoroso e sconcertante segreto.
Brook Larmer per svelare la verità su Yao Ming provò ad individuare i suoi genitori, fatto che dovrebbe essere normale per un cronista che vorrebbe intervistare la famiglia di un fuoriclasse dello sport. L’impresa però si rivelò incredibilmente ardua: per Larmer non fu facile intercettare la famiglia del campione e riuscì soltanto a scoprire come erano venuti a contatto. Per scoprire queste verità tenute Top Secret, il giornalista dovette anche affidarsi alla memoria di alcuni cinesi che dichiararono che i genitori di Yao Ming erano stati a loro volta due campioni dello sport.
Per Brook Larmer fu subito chiaro quanto era avvenuto in Cina per creare il perfetto giocatore di basket. Da una lunga e complicatissima indagine emerse un dato inquietante. I genitori di Yao Ming, il padre Yao Zhi Yuan e la madre Fang Feng Di, erano entrambi due ex giocatori di basket, che per la loro altezza potevano essere considerati dei giganti. Il fatto che due campioni eccezionalmente alti abbiano condiviso un amore non dettato da interessi di stato, potrebbe anche essere credibile.. ma le scoperte del cronista americano andarono oltre.
Ci fu un sensazionale colpo di scena quando Brook Larmer scoprì che i genitori di Yao Ming erano stati fatti incontrare per generare quello che sarebbe diventato il simbolo della Cina vincente nella società degli Stati Uniti d’America. I due, secondo la sua indagine raccontata poi nel libro Operation Yao Ming, neanche si erano mai visti personalmente quando il governo di Pechino, per esplicito volere del dittatore Mao-Tse-Tung, gli impose di fare un figlio. Ad avallare la tesi di Brook Larmer c’era anche un’ ulteriore incredibile scoperta.
La prova inoppugnabile per dimostrare che Yao Ming era il risultato di un esperimento genetico stava nel fatto che in Cina, per controllare e limitare la sovrappopolazione, il governo aveva vietato ai cittadini di avere più di un figlio. Per i genitori del campione fu però fatta un’eccezione. Il sospetto a Brook Larmer venne immediatamente ed iniziò a pensare che forse in Cina esistevano nell’anonimato diversi fratelli di Yao Ming, creati per diventare delle stelle del basket e poi scartati perché non idonei a quella inquietante missione.
Il giallo legato alla nascita di Yao Ming diventava sempre più intenso. Più il cronista andava avanti con le sue indagini, maggiori erano le conferme che trovava a quella sua tesi. Ormai gli era chiaro che il giocatore cinese degli Houston Rockets non era nato come tutti gli altri uomini, ma secondo un progetto genetico, studiato da alcuni scienziati obbligati dal governo di Pechino a mettere in atto quella spaventosa missione. Il giornalista del Newsweek stava per scovare altre sensazionali notizie, che lo avrebbero lasciato sconvolto.
Brook Larmer scoprì che Yao Ming subito dopo la nascita venne seguito da uno staff di medici, fino all’età dell’adolescenza, quando diventò un potenziale fuoriclasse del basket. Il cestista venne prelevato dalla sua famiglia naturale per vivere quotidianamente a contatto con degli scienziati, più come un robot che come un bambino. Privato quindi del tutto degli affetti, Yao Ming aveva una sola funzione sociale, diventare il più grande giocatore di pallacanestro del mondo.. per realizzare questo folle progetto fu sottoposto ad un trattamento spietato.
Il talento e il fisico di Yao Ming Non erano il risultato della casualità e di un normale allenamento. Per il cronista Brook Larmer costituivano la prova della mancanza di rispetto dei diritti umani nella società cinese. Il giornalista però aveva scoperto solo la prima parte del mistero di Yao Ming; c’erano ancora delle verità che ad un europeo possono apparire tanto ciniche quanto grottesche: gli allenamenti a cui fu sottoposto l’atleta cinese erano stati incredibilmente massacranti sin da quando era un bambino.
Gli allenamenti a ritmi inumani a cui venne sottoposto Yao Ming erano la prova dell’inquietante esperimento voluto dalle autorità cinesi. Brook Larmer voleva però andare oltre e scoprire se ad una selezione genetica per trovare i genitori di un uomo che sarebbe diventato alto 2 metri e 26 centimetri, erano stati affiancati anche dei farmaci per far di Yao Ming un gigante. L’ipotesi del giornalista era che al giocatore di basket fossero stati somministrati degli ormoni della crescita, ignorando del tutto la sua salute pur di farlo diventare un fenomeno.
La pista da seguire per capire quali farmaci erano stati somministrati a Yao Ming, fu di fatto impossibile da percorrere, in quanto alle autorità cinesi era giunta la notizia che un cronista americano stava indagando nel passato del campione. Venne così oscurata qualsiasi iniziativa per portare avanti questo capitolo dell’indagine. A Larmer non restò quindi che analizzare l’infanzia e l’adolescenza di Yao Ming ed anche in questo caso venne a conoscenza di verità sorprendenti.
In genere i fuoriclasse dello sport sono come dei fiori che germogliano per caso illuminando la storia dello sport. Dei veri e propri geni irripetibili come il velocista Carl Lewis, detto anche il figlio del vento, o i dribbling del grande Diego Armando Maradona, non sono il risultato di inquietanti processi di ingegneria genetica. Mentre in seguito all’inchiesta del giornalista Brook Larmer sembra non essere un’ipotesi avventata poter dire che Yao Ming, l’atleta cinese più dell’NBA sia stato in realtà creato sul progetto di alcuni scienziati, a cui venne affidato l’agghiacciante compito di creare in laboratorio il giocatore di basket perfetto.
A confermare tutte le tesi di Brook Larmer c’era anche il curriculum atletico di Yao Ming, che quando aveva 13 anni già militava in una squadra professionistica come gli Shanghai Sharks. Il fatto che un bambino riuscisse ad essere superiore a degli atleti adulti in modo davvero schiacciante attirò sin da subito gli osservatori dell’NBA, che capirono quanto sarebbe stato utile accaparrarsi il cartellino di quel fuoriclasse acquistandolo. La missione era dunque riuscita, la Cina poteva vantare nella sua nazionale la presenza di Yao Ming, una stella del basket attualmente valutata per oltre 150 milioni di dollari.
Brook Larmer sapeva che quella sua inchiesta su Yao Ming avrebbe fatto grande scalpore ed era consapevole che rivelando quelle verità si sarebbe scontrato con enormi interessi economici e politici. Le smentite su quanto scoperto dal cronista americano, come si poteva prevedere, non mancarono, e per molti tifosi del campione di basket, quel giornalista era soltanto un tizio che voleva speculare sulla fama planetaria del loro gigantesco idolo. Ormai però Larmer era riuscito nel suo intento, cioè gettare sospetto sul passato di Yao Ming.
Molti giovani estimatori di Yao Ming non riuscivano a capire perché Brook Larmer volesse gettare fango sulla figura pubblica del loro campione. In realtà il giornalista si difese dimostrando che quella sua inchiesta non era contro il cestista cinese, ma denunciava esclusivamente la mancanza di rispetto della dignità di un uomo, trattato come una macchina. Inoltre Larmer sapeva che per diverse multinazionali americane un personaggio come Yao Ming, poteva essere soltanto uno strepitoso affare economico, considerato che utilizzandolo come testimonial avrebbero certamente conquistato un mercato di oltre un miliardo di cinesi.
L’unica vittima che emerge dall’inchiesta di Brook Larmer è proprio il campione dell’NBA Yao Ming, che attualmente viene strumentalizzato dalla politica cinese, in quanto deve rappresentare nel bene e nel male il suo paese nel mondo, nel quale certamente vige un relativo rispetto dei diritti civili. Mentre Yao Ming continua dunque a far canestri e a far innamorare del basket milioni di giovani, intorno a lui marcia una macchina potentissima che produce denaro. Il fatto che tutto questo non sia stato premeditato, grazie al cronista Brook Larmer, appare come un’ipotesi poco credibile, e ci spinge a credere che intorno alla nascita Yao Ming, probabilmente, ci sono ancora molte verità segrete.
2 comments:
Commento per punti questo interessantissimo articolo:
1 (non censurarmi please) Si ipotizzerebbe una vera e propria "Trombata di Stato!" Da paura questi cinesi.
2 Ogni volta che l'uomo tenta di sostituirsi a Dio,il risultato è pessimo. E nel caso Yao Ming il risultato è tale eccezion fatta per la variabile capitalista.
3 Finche ho potuto vedere Yao Ming (mondiali se non erro) a me non ha impressionato. Esperimento e...pure "uscito" male? Ora negli States non lo seguo praticamente più, non so se possa esser cresciuto a livello tecnico così da diventare fenomeno. Vedremo a Pechino.
4 Personalmente credo ad una possibile orribile programmazione. Tuttavia bisogna sempre stare attenti. Spesso molti giornalisti hanno fatto controinformazione muovendosi soltanto in base a propri interessi personali o avendo per unico obiettivo la distruzione di alcune persone a loro "scomode".
5 Brava Saretta, articolo interessantissimo (cm sempre).
Risposta:
1) Ma non ti censurerei mai! Concordo comunque!
2) Sì, è proprio vero, sembra un moderno Frankenstein!
3) Infatti, a parte la sua altezza non è impressionante la sua bravura, anche se bisogna dire che quando si è troppo pressati si dà meno di quello che si potrebbe dare...
4) Appunto, questo è il dubbio che mi è venuto, perchè nell'articolo ripetono 50 volte il nome del giornalista (e ho tolto 2 citazioni in 2 frasi consecutive perchè proprio dopo un pò non se ne può più!)
5) Grazie mille!
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