21.2.10

Un'altra notte deludente, la situazione non può che migliorare


Ieri c'erano molte aspettative per i nostri azzurri: Enrico Fabris innanzitutto, chiamato a confermarsi come campione olimpico sui 1500, poi i ragazzi del fondo, Di Centa in testa, e magari ci poteva stare la sorpresa di una medaglia nello short track.
Invece non è andato bene (quasi) niente.
Cominciamo da Fabris: il vicentino già in Coppa del Mondo è sembrato in un'annata storta, non è stato praticamente mai in grado di salire sui pirmi gradini del podio, con Kramer e Davis che l'hanno quasi sempre surclassato. In più aveva già mostrato nei 5000 segni di sofferenza su questa pista, per lui abituato al ghiaccio d'altura forse troppo lenta. E' arrivato decimo con 1'47"02, in una gara caratterizzata da una prtenza troppo lenta che ha vanificato il suo recupero nel finale. Ha perso sicuramente un'ottima occasione, perchè l'attesissimo Shani Davis è arrivato secondo, ha vinto a sorpresa l'olandese Mark Tuitert con 1'45"57.

Anche nella pursuit maschile il risultato è stato sorprendente e inatteso, col domino svedese grazie a Marcus Hellner primo, e Johan Olsson terzo. I protagonisti favoriti cioè Lukas Bauer Petter Northug, Dario Cologna sono finiti rispettivamente settimo 11esimo e 13esimo. L'azzurro con più possibilità era sicuramente Giorgio Di Centa, protagonista di una buona gara per i primi 25 chilometri. Ha ceduto negli ultimi 5 km, finendo al dodicesimo posto a 53"7 da Hellner. Pietro Piller Cottrer non ha mai insidiato i migliori, e ha concluso 14esimo a 1'08". Thomas Moriggl invece è 24esimo posto a 2'29", e David Hofer 53esimo a quasi dieci minuti. Giorgio di Centa se la prende coi materiali: «Oggi il problema erano gli sci. Gli svedesi avevano dei materiali eccezionali, scivolavano via con facilità, soprattutto in discesa, dove hanno anche provato a ostacolarmi. Noi invece facevamo molta più fatica. Peccato perchè stavo bene»

Nello short track invece si è assistito al dominio coreano (doppietta nei 100 metri maschile e 2°-3° posto nei 1500 femminili), con la nostra Arianna Fontana decima. Si è fermata in semifinale, e si è poi consolata vincendo la finalina B.

Risultato ottimo invece per Johanna Schnarf, quarta in uno strano superG femminile. L'azzurra ha concluso a 11 centesimi dal podio, ma è parsa da subito soddisfatta, perchè è alla sua prima olimpiade ed è stata convocata in seguito all'infortunio di Nadia Fanchini. Se il quarto posto di Heel ha suscitato amarezza perchè è stato un podio mancato questo invece è stato un buon piazzamento, in una gara in cui ha ben figurato anche Lucia Recchia, settima, che si è presa la soddisfazione di finire davanti alla Riesch, alla Mancuso e alla Paerson.
Gara strana, dicevamo, perchè all'inizio la Mancuso ha segnato un tempo che sembrava buono ma migliorabile, per via di un errore che le è costato un secondo. Dopo un pò è scesa la Vonn, soddisfatta del suo tempo, che anche questa volta sembrava inattaccabile (alla fine è medaglia di bronzo a 74 centesimi di distacco). Poi, a metà gara, il colpo di scena: il sole ha illumina to prepotentemente alcuni passaggi della pista molto difficili e tecnici, per cui i tempi sono migliorati, in un momento in cui il fondo era ancora buono e poco rovinato. Ha vinto così l'austriaca Andrea Fischbacher in 1'20"14, davanti alla slovena Tina Maze giunta al traguardo con un ritardo di 49 centesimi.
Per quanto riguarda le altre due azzurre, Elena Fanchini ha chiuso 14esima (troppo tirata, non ha mai spinto forse per paura), e Daniela Merighetti invece è caduta per la terza volta in queste olimpiadi.

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