11.9.13

Una nuova proposta per Tokyo 2020: imbarazzante o interessante?





Nel dibattito su quali nuovi sport includere nelle Olimpiadi è entrato un gioco piuttosto vecchio: nascondino. Un docente giapponese di Scienza dello Sport ha colto l'occasione dell'assegnazione dei giochi del 2020 a Tokyo per lanciare la proposta al comitato organizzatore: la nuova disciplina dovrebbe essere ammessa a livello sperimentale alle Olimpiadi in Giappone, per poi diventare una competizione ufficiale a partire dai Giochi di quattro anno dopo  -  magari in Italia, se la proposta del nostro presidente del Consiglio Enrico Letta diventerà realtà. 


L'idea del professor Yasuo Hazaki, 64 anni, cattedra alla Nippon Sport Science University, ha già portato alla creazione di un compitato promotore a cui hanno aderito più di mille personalità nipponiche. "Ma questo è ancora niente", dice Hazaki alla Bbc. "Milioni di persone giocano o almeno hanno giocato a nascondino in tutto il mondo. La mia proposta dovrebbe trovare sostenitori ovunque". Qualcuno potrebbe obiettare che giocare a nascondersi non è uno sport, ma lo scienziato giapponese la vede diversamente: "Bisogna saper correre, mantenere un equilibrio e spesso un'immobilità assoluta mentre ci si nasconde, richiede intuito, agilità e gioco di squadra, è uno sport eccome. Inoltre, diversamente da tanti sport odierni che richiedono eccezionali prestazioni fisiche per essere giocati, il nascondino può essere giocato praticamente da tutti, a qualunque età, e in qualunque luogo".


Il comitato promotore ha stilato un regolamento per le partite, che si svolgerebbero così: due tempi della durata di cinque minuti ciascuno, su un campo di dimensioni a metà strada tra uno di basket e uno di calcio, sia su un terreno naturale, come ad esempio un bosco, sia artificiale, dunque costruito apposta per la gara. Si affronterebbero due squadre di sette giocatori ciascuna, facendo a turno nel chi si nasconde e chi dà la caccia. Come nel gioco praticato dai bambini di tutto il mondo, per eliminare un avversario occorre trovarlo, rincorrerlo e toccarlo. "Stiamo organizzando partite di esibizione e possibilmente un campionato in Giappone", dice il professor Hazaki. "Comprendiamo che convincere il Comitato Olimpico ad accettare un nuovo sport è difficile. Ma anche gli stessi membri del Comitato, ci scommetterei, da bambini devono avere giocato a nascondino. Così speriamo che Tokyo 2020 sia l'occasione giusta per fare di questa attività divertente e salutare una disciplina olimpica". L'importante è partecipare, diceva De Coubertin. E non farsi prendere, dopo essersi nascosti, aggiungerebbe il professor Hazaki.
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31.8.12

Cecilia Camellini ORO, Oxana Corso ARGENTO e Federico Morlacchi BRONZO le medaglie di questi primi due giorni paralimpici!



Cecilia Camellini Oro e record del mondo nei 100 stile libero S11!
Stamattina dopo le batterie che l'avevano vista qualificarsi per la finale, aveva dichiarato di essersi risparmiata per poter dare tutto questa sera: Cecilia Camellini, doppio Argento alle Olimpiadi di Pechino nei 100 stile libero e nei 50 stile libero nella categoria S11, è stata di parola e ha conquistato la medaglia d'Oro nella finale dei 100 stile libero.
Una finale vissuta tutta in testa dimostrando una evidente superiorità sulle avversarie, cinese Li Guizhi compresa; nonostante un paio di sbandate nella vasca di ritorno, la ventenne emiliana ha sgretolato il primato del mondo che già le apparteneva abbassandolo di più di un secondo e portandolo a 1'07"29, tempo che la ha lasciata incredula nelle interviste del dopo gara e per il quale ha ringraziato lo splendido pubblico dell'Aquatics Centre.
Cecilia Camellini ha preceduto di 2"54 la neozelandese Mary Fisher mentre la cinese Li Guizhi che ha cercato inizialmente di tenere il ritmo dell'azzurra ha dovuto accontentarsi della medaglia di Bronzo a 2"96 dall'azzurra. Distacchi abissali.



Oxana Corso argento nei 200 metri T35!
Campionessa d'Europa in carica nei 100 e nei 200 metri, Oxana, romana d'adozione, non ha deluso le aspettative. Pur partendo dalla nona corsia, sfavorevole in termini di visibilità delle avversarie, si è fatta largo a colpi di falcate. Migliorando, con il tempo di 33.68 il suo migliore personale e facendo segnare il record europeo ha chiuso al secondo posto arrendendosi solo all'eccezionale cinese Liu che in 32.72 ha avvicinato il record del mondo che le appartiene con 32.27.



Federico Morlacchi bronzo nei 100 m farfalla T9!
Porta la firma di Federico Morlacchi la prima medaglia dell'Italia ai XIV Giochi Paralimpici Estivi di Londra 2012. Il nuotatore lombardo ha conquistato la medaglia di Bronzo nei 100 farfalla di categoria S9 grazie al tempo di 1:00.77. L'oro è andato all'ungherese Sors (59.54), l'argento all'australiano Cowdrey (59.91). Si conclude, pertanto, con il primo podio della spedizione azzurra a questi Giochi la giornata di gare di nuoto all'Aquatics Centre. 
Nelle altre finali di giornata all'Aquatics Center,  Emanuela Romano nella finale dei 100 dorso femminile di categoria S6 porta a casa il settimo posto con il tempo di 1:33.90. Oro alla cinese Lu, Argento e Bronzo, rispettivamente, alla britannica Kindred ed all'olandese De Koning-Peper.
Ottavo tempo, invece, per Fabrizio Sottile, impegnato nei 400 stile libero S12. Il lombardo ha nuotato in 4:36.74, 2 secondi in meno rispetto alle batterie di questa mattina ma un tempo non sufficiente per portare a casa una medaglia. La gara è stata vinta dal russo Punko, che ha preceduto lo spagnolo Floriano e l'ucraino Klippert.


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30.8.12

Sono iniziate le Paralimpiadi!

Da ilpost.it

Ieri sera la Regina Elisabetta II ha inaugurato ufficialmente l’inizio della quindicesima edizione delle Paralimpiadi, a Londra. All’Olympic Stadium di Stradford, est di Londra, circa ottantamila spettatori hanno assistito a Enlightement, lo spettacolo diretto dai coreografi britannici Jenny Sealey e Hemmings Bradley. Margaret Maughan, la prima atleta britannica ad aver vinto una medaglia d’oro alle Paralimpiadi (Roma 1960, tiro con l’arco) è stata l’ultimo tedoforo a portare la fiamma olimpica (sono stati 580 in totale) e ha acceso il braciere olimpico, simbolo dell’inizio dei Giochi. Il braciere, composto da 166 petali come le nazioni partecipanti, è stato progettato, come quello per le Olimpiadi, dal designer inglese Thomas Heatherwick.
Prima che la Regina Elisabetta dichiarasse l’inizio ufficiale dei giochi, otto atleti della Gran Bretagna del basket in sedia a rotelle hanno portato la bandiera della nazione ospitante, innalzata poi dagli ufficiali delle forze armate. Sei, tra atleti ed ex atleti paralimpici, hanno fatto l’ingresso allo stadio su delle sedie a rotelle d’oro e subito dopo David Rawlins, ex militare che ha combattuto in Afghanistan oggi disabile, ha fatto un giro sopra lo stadio alla guida di un aereo. Poi un ombrello gigante si è trasformato in una palla di fuoco come simbolo del big bang, dando inizio alle coreografie. E tanti piccoli funghi di color argento hanno iniziato a saltellare, a simboleggiare il bosone di Higgs.
I due direttori creativi hanno incentrato lo spettacolo sul tema dell’Illuminismo, collegandolo a due diversi concetti: la speranza di abbattere i pregiudizi verso i disabili e il ricordo del diciottesimo secolo come epoca di grandi scoperte scientifiche. Due temi che sono stati raccontati e narrati da Stephen Hawking, tra i più importanti matematici e fisici del mondo, affetto da sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Inoltre, durante lo spettacolo, il racconto di Hawking ha avuto anche il ruolo di guida per Miranda, il personaggio del dramma La tempesta di William Shakespeare messo in scena nella cerimonia, e per Prospero, altro protagonista del dramma, interpretato dall’attore britannico Ian McKellen. Il tema de La tempesta è comparso in tutte le cerimonie di Londra 2012 come simbolo di «temperanza e moderazione». È stata una cerimonia «sia spettacolare, che profondamente umana», hanno detto gli organizzatori. «Guardate verso le stelle e non ai vostri piedi, siate curiosi», ha concluso Stephen Hawking.


Nell’edizione delle Paralimpiadi di Pechino 2008 la nazione che ha vinto più medaglie è stata la Cina (211 in totale e 89 d’oro). Da oggi iniziano le gare e si andrà avanti fino al nove settembre: ci saranno in programma il basket in carrozzina, il tiro con l’arco, il nuoto e il ciclismo su pista. Già nella prima giornata ci saranno delle finali, tra cui quindici nel nuoto. Altre medaglie saranno assegnate nel ciclismo su pista, nell’equitazione, nel judo, nel tiro a bersaglio.

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27.8.12

Il Medagliere finale e gli equilibri geopolitici



Grazie al mitico e impegnativo lavoro di Ale Bosk dedicato a Pinguino Sportivo possiamo fare qualche considerazione sull'impatto globale degli ori olimpici organizzati per continente. Vi consiglio di espandere la foto cliccandoci sopra, ne vale la pena!
Si sa che il computo totale degli ori è importante soprattutto per alcune nazioni che devono affermare attraverso i giochi la loro "potenza" sportiva e non solo. Del resto lo sport ad alti livelli non è solo fatto da atleti che hanno talento, ma richiede grande organizzazione, pianificazione serrata e lavoro di team molto preciso e competente. Tutte cose che alla gran parte delle nostre federazioni risultano oscure o sconosciute.
Da quando la Cina ha scelto di ospitare i Giochi Olimpici la sua ascesa nel medagliere è stata costante, fino all'apice di Pechino. Ora si sapeva (l'aveva previsto anche Sport Illustrated) che gli Stati Uniti l'avrebbero battuta, ma fino al penultimo giorno è stata una gara "punto a punto", veramente tirata. Del resto per la Cina l'atleta è propaganda di regime, i suoi successi sono i successi dello stato, l'investimento nello sport deriva sia dal fatto che è una nazione emergente, sia da questa necessità di ottenere pieno riconoscimento di "potenza globale". Per questo gli atleti più meritevoli vengono spesso sottratti alle famiglie, che non li possono più contattare se non telefonicamente ogni tanto, vengono fatti allenare con metodi molto duri da quando sono piccoli (ad esempio bambini di 4 anni piangenti che devono rimanere quanto più possono appesi alle sbarre per gli allenamenti nell'accademia di ginnastica artistica), e devono ottenere sempre il massimo. Delle macchine da risultato praticamente. Aggiungiamo che contare su 1,5 miliardi di popolazione aiuta, basta guardare le statistiche con la proporzione medaglie/100 milioni di abitanti: la Cina ne ha appena 6,6, l'Europa 51.
Altra potenza globale che sicuramente tiene anche al risultato sportivo sono gli Stati Uniti, che tengono a mantenere la tradizione del primo posto nel medagliere. Da quando si è fatta sotto la Cina poi, hanno tutto l'interesse a rimanerle davanti. Almeno nello sport, dato che la Cina detiene 480 miliardi di dollari di titoli di stato USA.
Del resto negli Stati Uniti c'è una cultura sportiva molto radicata, i college privati solitamente costosissimi offrono delle borse di studio agli atleti più talentuosi praticamente in tutte le discipline, con le punte di diamante degli sport USA per eccellenza: basket, baseball, football. Negli Stati Uniti si va dalla partita domenicale vissuta come spettacolo familiare post-barbecue da effettuare rigorosamente nel parcheggio dello stadio, al beach volley, all'atletica passando per il nuoto (ricordo che Phelps si è ritirato dopo aver vinto quasi tutto il vincibile anche in queste olimpiadi). Insomma ce n'è per tutti i gusti.
Il percorso dell'atleta è graduale, il passaggio al professionismo è ammortizzato appunto dal college, che fa crescere lo sportivo e lo porta ad ottimi livelli consentendogli di praticare sport senza spese e frequentando l'università.
In Italia molti degli atleti medagliati fanno parte dei gruppi militari, che dànno loro uno stipendio, ma che non aiutano nel percorso da dilettante a professionista, e soprattutto indeboliscono le squadre sportive, "privandole" dei migliori talenti. Del resto se abbiamo federazioni che spendono milioni di euro, con un esubero di dirigenti e dipendenti enorme, con sedi sproporzionate ai reali bisogni incapaci di sovvenzionare a sufficienza le squadre sportive non ci possiamo lamentare più di tanto.
Ecco, siamo passati per l'Italia per arrivare a parlare di Europa. E' di queste ore la notizia che la Merkel vuole ridisegnare le regole politiche ed economiche della UE, che si avvierebbe a diventare un grande stato federale. Proviamo quindi a considerare le medaglie europee come appartenenti a un unico grande stato: 108 ori complessivi, sarebbe sicuramente prima nel medagliere (forte dei 29 ori inglesi, credo che nessuno si sarebbe aspettato questa ascesa britannica). Sicuramente l'Inghilterra e l'Europa in generale sono i luoghi in cui è stato inventato lo sport moderno, la cultura sportiva è variegata all'interno dei diversi stati europei, ad esempio possiamo pensare a come vivono lo sport i francesi, gli spagnoli, noi stessi, o gli olandesi (uno degli sport nazionali è il pattinaggio su ghiaccio velocità, tanto per fare un esempio), ma il fil rouge è la densità delle persone che praticano sport da bambini semplicemente perchè è considerato "normale" farlo. Sicuramente -crisi a parte- l'economia europea ha sempre consentito una pratica diffusa dello sport.
Il Centro-sud america può contare sui suoi 20 ori. Sicuramente cresceranno, dato che le prossime olimpiadi a Rio daranno modo al Brasile di crescere sotto ogni punto di vista (Sportivo, s'intende). 
Vorrei parlare anche dell'Africa: 11 ori, di cui 3 etiopi, fanalino di coda insieme all'Oceania con 13 ori. Questo è un esempio che forse confuta la teoria secondo cui dal PIL si possono prevedere le medaglie olimpiche. Nel caso dell'Etiopia ad esempio 3 ori sono molto più rispetto a quanto ci si aspetterebbe, e dall'altro lato il PIL australiano è decisamente più alto di quello "necessario" per arrivare a 6 ori. 
Diciamo che per noi che abbiamo una informazione così "europacentrica", sembra che i mass media non vadano oltre le colonne d'Ercole, forse sarà possibile accorgerci dell'Africa solo quando vinceranno più medaglie olimpiche, quando avranno un peso anche nello sport. Speriamo che accada presto ovviamente, anche se attualmente i disegni politici riguardano l'Africa solo marginalmente, come sempre. Durante le Olimpiadi sono scappati atleti africani dalle loro delegazioni, semplicemente per ottenere il passaporto britannico, per potersi allenare, avendo i mezzi e la pace necessaria a garantire una preparazione. E probabilmente anche i mezzi economici per sopravvivere ed evitare la fame una volta finita la carriera agonistica.

Quindi, concludendo, da questo computo totale degli ori emerge che le Olimpiadi sono lo specchio di quel che accade nel mondo oggi: l'Europa e gli Stati Uniti dominano la scena mondiale, la Cina appare in rincorsa date le sue enormi potenzialità e il loro sfruttamento diciamo sistematico, l'Oceania è alla periferia, il Sud America ha ancora molta strada da fare (ma ha dalla sua la ripresa dopo la crisi economica dell'Argentina che aveva trascinato nel baratro altri stati e l'assegnazione dei giochi del 2016 a Rio), e l'Africa fanalino di coda, vera culla antica dell'umanità ma adesso veramente mai considerata, poco aiutata e in perenne stato d'emergenza.

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20.8.12

Le Olimpiadi degli sport di squadra


 Dopo aver analizzato gli sport individuali veniamo agli sport di squadra:
- Pallanuoto: Settebello da incorniciare, splendido argento dietro la Croazia del maestro Ratko Rudic che è parsa imbattibile. I nostri in finale hanno tenuto nel primo tempo partendo in vantaggio con un parziale di 2 a 0 e poi resistendo per qualche minuto alla rimonta croata. Poi gli avversari sono saliti in cattedra, erano più solidi sia in difesa che in attacco e hanno piazzato due break. Noi non siamo più stati capaci di sfruttare l'uomo in più, molte nostre azioni si sono concluse senza tiri ambiziosi allo scadere del tempo concesso, e il successo croato è stato inevitabile. Ottimo lavoro di Sandro Campagna chiamato alla ricostruzione del movimento dopo il fallimento della giovane squadra italiana ai Mondiali di Roma 2009: ha preservato e lavorato sui giovani migliori affiancando grandi esperti (v. Felugo e Tempesti), veri fari di questa nazionale.
Setterosa assolutamente insufficiente, settima davanti solo alla Gran Bretagna, qualificata in quanto paese ospitante. Mai in grado di battere nessuna avversaria, unico scatto d'orgolio contro gli Stati Uniti nei quarti, comunque troppo forti per noi, poi sono diventate campionesse olimpiche. Francamente fatico a capire questa involuzione dopo l'oro europeo, penso che si sia trattato di un "torneo no" da valutare al di là del reale stato di salute del movimento e del lavoro di Fabio Conti.



- Pallavolo: che bello vedere i ragazzi sul terzo gradino del podio con la maglia numero 16 di Bovolenta, sicuramente un'immagine icona di queste olimpiadi. I ragazzi hanno disputato un torneo al massimo delle loro potenzialità, battendo nei quarti di finale gli Stati Uniti, cosa che nessuno si sarebbe aspettato. Contro il Brasile non hanno potuto nulla, e nella finalina per il bronzo si sono riscattati vincendo contro la Bulgaria che li aveva battuti nel girone 3 a 0. 
Le ragazze anche in questo caso hanno deluso le aspettative, si sono fermate ai quarti di finale come ad Atene e a Pechino, rimane la maledizione olimpica per loro. Secondo me è necessario un cambio generazionale dato che abbiamo una delle squadre più anziane, è ora di dare spazio alle giovani sostenendo il loro percorso ai vertici.

- Beach volley: buoni risultati per questo movimento sportivo in crescita compatibilmente con le scelte federali di portare solo una coppia maschile e una femminile. Cicolari-Menegatti e Nicolai-Lupo si fermano ai quarti, era francamente impossibile sperare di meglio. 


- Calcio: non pervenuto. Non che durante le olimpiadi io senta particolare necessità di parlare di calcio, quindi è stata un'assenza per me indolore, ma con tutto il carrozzone mediatico e i soldi che muove il calcio il Italia una qualificazione under 21 era quanto meno augurabile. Anche qui c'è un problema di fondo: non si lavora sul passaggio dei giocatori dai vivai alle prime squadre, col risultato che i grandi club si affidano a stranieri già "pronti" e si indebolisce il nostro movimento.

- Pallamano: peggio che andar di notte. Come sempre, non si sono qualificate le nostre squadre in questo sport veramente emozionante. Pare che la federazione per prima non abbia neanche capito le potenzialità di questo sport relegato ai margini. Adesso partirà un progetto federale per cui le ragazze giovani della nazionale formeranno una squadra che gareggerà nel campionato nazionale, in modo da far crescere l'intera nazionale e raggiungere la qualificazione olimpica.

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Il Medagliere finale - bilancio olimpico degli sport individuali


E' ora di tirare le somme per la nostra spedizione olimpica. Abbiamo chiuso ottavi con 28 medaglie (8 ori, 9 argenti e 11 bronzi), quindi con una medaglia di bronzo in più rispetto a Pechino, la domanda è: possiamo ritenerci soddisfatti di questi risultati? Risposta: si e no.
Sì perchè obiettivamente le caute premesse di Petrucci che si augurava 25 medaglie e il decimo posto nel medagliere non lasciavano molti spazi per l'ottimismo, sì perchè nonostante tutti i tagli allo sport e una programmazione olimpica non ottimale comunque le medaglie le abbiamo portate a casa. No perchè hanno latitato gli sport principali delle olimpiadi, ovvero nuoto e atletica, in generale abbiamo conquistato molte medaglie negli sport "minori", ovvero quelli in cui c'è meno bagarre a livello internazionale dato che non sono universalmente praticati. No perchè abbiamo intere federazioni (aggiungiamo canottaggio, volendo anche canoa, sollevamento pesi, lotta, tuffi maschili, badminton, equitazione), che non paiono in grado di sostenere gli atleti portandoli ad un livello massimale. No per lo stesso motivo del sì: non è possibile che non abbiamo una programmazione sportiva in base al calendario olimpico diffusa in tutti gli sport. L'anno olimpico dev'essere considerato l'apice per ottenere i maggiori risultati, invece noi spesso ci affidiamo non dico al caso ma ai singoli atleti.

Ma vediamo quali sono le note positive e i "tasti dolenti" procedendo per sport:
- Scherma: il solito bottino di medaglie, 7, con l'en plein del fioretto femminile e l'oro a squadre maschile che rimarranno per molto tempo negli almanacchi. Nonostante la globalizzazione della scherma abbiamo ancora le scuole e i maestri migliori, anche se rimane un pò l'amaro in bocca per la spada, all'asciutto da medaglie. Dalla sciabola non ci si poteva aspettare molto di più dato il secondo posto di Occhiuzzi e il bronzo a squadre con Aldo Montano a mezzo servizio.
- Pugilato: rispetto a Pechino un oro in meno, con Cammarelle beffato dalla giuria in un verdetto stile Lupin a favore del pugile di casa. Francamente in questi casi non si può recriminare nulla all'atleta. Russo conferma il secondo posto, e Mangiacapre chiude con la medaglia di bronzo, peccato che passerà al professionismo. Si ferma prima delle semifinali Valentino, la sensazione è che per lui sia finita l'epoca d'oro.
- Taekwondo: l'efficienza è il profumo della vita. Due atleti qualificati e due medaglie, Sarmiento bronzo dopo l'argento di Pechino e Molfetta oro, vera sopresa di questi giochi, anche perchè gareggiava in una categoria veramente ostica.
- Tiro a volo: alti e bassi in questa olimpiade, era lecito aspettarsi qualcosa in più. Certo trionfale la corsa all'oro di Jessica Rossi praticamente perfetta. Ottimo anche l'argento di Fabbrizi. Ci si aspettava un rendimento più alto in generale, e una-due medaglie in più, ma negli equilibri olimpici ci può stare.
- Tiro a segno: grande ritorno dopo il fallimento di Pechino di questa disciplina, che grazie a Campriani trova un oro e un argento, e un altro argento con Luca Tesconi nella prima giornata olimpica
- Tennis: obiettivamente i nostri non potevano fare di più. Wimbledon = erba, superficie che non si addice alle caratteristiche dei nostri giocatori mediamente più "terraioli". Ci si aspettava una medaglia dal doppio Errani-Vinci, seconde in quanto a bravura solo alle sorelle Williams, ma il sorteggio beffardo le ha accoppiate ai quarti, è stato un match a senso unico a favore delle statunitensi.
- Vela: era forse utopistico pensare all'ennesima medaglia per Alessandra Sensini che ha concluso la sua carriera dopo le olimpiadi, se la sarebbe meritata, questo è certo. Otteniamo due buoni piazzamenti di Conti-Micol in campo femminile e di Zandonà-Lucchetti. Rimane l'amaro in bocca per la gestione federale del caso Pietro Sibello, escluso dalle olimpiadi nonostante si fosse qualificato anche se col fratello non gareggiavano per la FIV.
- Triathlon: il decimo posto di Fabian è un ottimo risultato considerando il campo partecipanti e le potenzialità del nostro atleta, speriamo che si possa migliorare a Rio.
- Tiro con l'arco: dopo il fantastico oro a squadre maschile è stato il nulla, vuoto cosmico. Sia gli uomini che le donne eliminati quasi subito, in particolare la squadra femminile ha deluso essendo campione del mondo in carica.
- Tennis Tavolo: risultati consoni alle aspettative in una disciplina dominata dai cinesi.
- Sollevamento Pesi: federazione dove sei? Disciplina che non aveva qualificato nessuno per questi giochi, a Londra per caso per qualche squalifica altrui. Ovviamente nessun risultato degno di nota.
- Pentathlon moderno: quattro qualificati per le finali su quattro, De Luca nono e una disciplina che appare in crescita, bene così.
- Tuffi: forse il rimpianto più grande per Tania Cagnotto, arrivata quarta nell'individuale per 20 centesimi di punto beffata dalla messicana Sanchez che mai l'aveva battuta e quarta nel sincro sempre da 3 metri con Francesca Dallapè. Ci siamo commossi con lei quando ha risposto in lacrime alle domande di Elisabetta Caporale, è una grande campionessa. Per il resto Noemi Batki decima dalla piattaforma. Uomini: non pervenuti. Anche qui urge esame di coscienza federale dopo il vuoto cosmico da quando hanno lasciato i fratelli Marconi.
- Nuoto: vero tasto dolente di questi giochi, un'unica medaglia della Grimaldi, bronzo nella maratona 10 km in acque libere, poche finali raggiunte dai nostri. Se il bis della Pellegrini agli occhi degli esperti pareva poco probabile dati i tempi registrati dalle avversarie quest'anno, comunque ci si aspettava almeno l'ingresso in finale dei 100 stile di Magnini, risultati più convincenti dalle staffette, una medaglia di Scozzoli, e perchè no una medaglia da Paltrinieri, il più giovane della spedizione che comunque col suo quinto posto ha ottenuto il piazzamento migliore dei nostri atleti in piscina (insieme alla Pellegrini e ad Ilaria Bianchi, l'unica in grado di migliorare il suo personale ai giochi).
- Atletica: voglio affrontare anche questa delusione per togliermi il pensiero. Il problema non è che avessimo grosse speranze di medaglia (a parte Shwarzer e la Di Martino nel salto in alto, infortunata), il problema è che nella disciplina regina dei giochi non abbiamo una squadra in grado di ambire a qualche risultato decente. Sono anni e anni che mi chiedo com'è possibile che lo sport più praticato a scuola (ore e ore in fila dietro ai compagni di classe invece di fare movimento o giocare a sport di squadra per aspettare il proprio turno per gettare il peso o per saltare in lungo, un vero incubo), più economico da praticare, in alcune discipline (vedi corsa) veramente accessibile a tanti, non sforni praticamente nessun campione. Risposta? Le altre federazioni coltivano gli atleti, li gestiscono a differenza nostra (v. pessima gestione di Howe, ci si potrebbe scrivere almeno il capitolo di un libro), mettono a disposizione centri federali di tutto rispetto e le piste d'atletica sparse per il territorio non sono vecchie di cent'anni come le nostre strutture di provincia. In più, come se ciò non bastasse, la federazione ha imposto dei limiti di qualificazione più severi dei limiti IAAF, ed ha impedito ad Howe reduce dall'ultimo grave infortunio di partecipare alla staffetta perchè giustamente non aveva accettato gli intensi allenamenti per i cambi, troppo precoci per lui. Per avere un cambio più pulito abbiamo rinunciato all'unico alteta in grado di combinare qualcosa. Complimenti, spedizione sponsorizzata dal brand "prosciutto sugli occhi". Insieme alla federazione del nuoto ci sarebbe da fare piazza pulita e ripartire da zero. Parzialmente consolatorio il bronzo di Donato associato al quarto posto di Greco nel salto in lungo.
Canottaggio: voglio chiudere il trittico delle federazioni magiche. In questo caso almeno è stato allontanato il tecnico, ci si chiede ancora perchè adesso e non un anno fa. L'unica medaglia arriva dal doppio Sartori-Battisti, anche loro non sostenuti dalla federazione.
- Canoa: anche qui alti e bassi. Storica la Idem, quinta, semplicemente da ringraziare per la sua splendida carriera. Anche qui da registrare il fatto che si è allenata da sola senza il sostegno federale. Insomma queste federazioni aiutano o sono dei macchinoni politici che si frappongono fra l'atleta e il risultato ad alti livelli? Gli altri atleti non pervenuti, comunque gli italiani erano solo in 3, decisamente pochi.
- Canoa slalom: splendido oro di Molmenti in un crescendo gara dopo gara, abbiamo qualificato 4 atleti su 4, insomma ottima olimpiade.
- Badminton: siamo alla periferia delle gerarchie mondiali, è uno sport che in Italia non prende piede nonostante la crescita di Agnese Allegrini, che però alle olimpiadi si è fermata subito.
- Ciclismo su strada: altro capitolo da aprire. In campo maschile non si spiegano alcune scelte di Bettini nelle convocazioni, la squadra non è mai parsa in grado di lottare per una medaglia, brutta corsa. In campo femminile abbiamo puntato tutto sulla Bronzini sbagliando nettamente, l'olandese era comunque troppo forte per ambire a un oro, ma potevamo lottare per una medaglia, cosa che non è avvenuta dato che la nostra formazione è sempre parsa in ombra.
- Ciclismo su pista: paghiamo in parte le scelte del CIO che ha recentemente cambiato le discipline olimpiche, ma anche qui appare un movimento latitante. Elia Viviani ottiene comunque un buon piazzamento nell'omnium.
- Mountain Bike: la gara di Fontana ha dell'incredibile: primo per un buon tratto di gara, si rompe la sella, ed in modo eroico resiste terzo correndo sempre sui pedali, arrivando in lacrime. In campo femminile ci si aspettava di più da Eva Lechner.
- BMX: De Vecchi fa quello che può in questa disciplina emergente. In italia praticamente non abbiamo piste e neanche praticanti, nessuna pista italiana ha la rampa di lancio olimpica, pareva fracamente impossibile fare di più in questo sport in cui chi vuole fare il professionista emigra negli Stati Uniti. 
- Ginnastica artistica: ottimo bronzo di Matteo Morandi, quarti posti per Busnari e Vanessa Ferrari scippata del bronzo. Gli anni d'oro di Chechi e Cassina sembrano finiti perlomeno in quest'epoca di cambio generazionale, olimpiade comunque positiva.
- Ginnastica ritmica: buono il bronzo nella gara a squadre, le ragazze hanno pagato qualche errore in finale ma possiamo dire che è stata una spedizione positiva.
- Lotta: Timoncini esce al primo turno, era obiettivamente impossibile sperare nell'oro come era accaduto a Pechino con Minguzzi ma si poteva fare meglio.
- Judo: si temeva il nulla dato l'anno non positivo di Giulia Quintavalle (poi quinta) e l'infortunio di Elio Verde, anche lui quinto, e invece è arrivato lo splendido bronzo di Rosalba Forciniti. Forse ci si aspettava una medaglia in più ma sono comunque risultati sufficienti. 

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11.8.12

Mauro Sarmiento bronzo nel Taekwondo!!!


L'Olimpiade di Mauro Sarmiento si decide negli ultimi due secondi della semifinale contro lo spagnolo Garcia Hemma quando subisce il calcio che lo costringe alla sconfitta e ad abbandonare i sogni di medaglia d'Oro nella categoria -80 kg del torneo di Taekwondo maschile dove quattro anni fa a Pechino aveva conquistato la medaglia d'Argento.
Sarmiento ha un attimo di sconforto ma la sessantina di minuti che lo separano dalla finale per il Bronzo riescono a fargli ritrovare la convinzione per raggiungere un risultato comunque importante. L'avversario è lo scorbutico afghano Bahawi che cerca di imbrigliare le iniziative del ventinovenne di Casoria. Un calcio al caschetto nella terza ripresa risolve l'incontro e, con la vittoria per 4-1, porta a Sarmiento la medaglia di Bronzo, la seconda medaglia olimpica della sua carriera, che dedica alla fidanzata Veronica Calabrese e alla figlia che la coppia sta aspettando.
Non è stato facile per Sarmiento il cammino verso le semifinali: l'azzurro ha dovuto superare negli ottavi di finale il kirgiso Abduraim per 5-1 ma lo scoglio più importante lo ha trovato nei quarti di finale dove il sorteggio lo aveva opposto al favorito della vigilia, l'azero Azizov, reduce dalla vittoria sullo statunitense Steven Lopez. E' nel combattimento contro l'azero che l'azzurro costruisce la sua medaglia: controlla per le prime due riprese gli attacchi di Azizov e riesce ad imporsi per 2-1 nella terza ripresa.
Per la seconda Olimpiade consecutiva il Taekwondo italiano sale, grazie a Mauro Sarmiento, sul podio e domani sarà la volta di Carlo Molfetta, medaglia d'Argento ai Campionati Mondiali del 2009 e di Bronzo ai Mondiali del 2011.
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10.8.12

Tutti i risultati di oggi in attesa delle due semifinali di pallavolo e pallanuoto



Giornata "discreta" per i nostri colori, ci sono sfuggite due medaglie a cui potevamo sicuramente puntare, ma procediamo con ordine.

Nel Taekwondo Mauro Sarmiento è arrivato ai quarti battendo l'atleta del Kyrgyzstan Rasul Abduraim per 5-1. Ai quarti ha affrontato l'azero Ramin Azizov, numero uno del ranking battendolo per 3-2 in una gara tattica che si è accesa nel finale. Attendiamo semifinale ed eventuale finale!

Nella boxe oggi si sono disputate le tre semifinali di Mangiacapre, Russo e Cammarelle.
Mangiacapre ha perso per 15-8 dal cubano Roniel Sotolongo, e così non accede alla finale. L'azzurro è parso lievemente inferiore rispetto all'avversario nella prima e nella terza ripresa, mentre nella seconda ha portato molti colpi, che però non sono stati valutati positivamente dalla giuria. Per il 23enne azzurro un buon bronzo.

Clemente Russo è arrivato in finale battendo il pugile dell'Azerbaijan, ma la federazione avversaria ha fatto ricorso che non ha dato esito positivo, in quanto la giuria ha confermato l'esito.

Nel nuoto 10 km in acque libere maschile Valerio Cleri non va oltre il 17esimo posto, peccato perchè l'azzurro, arrivato a Pechino 4 anni fa, era quotato per ben altri risultati. Gara di altissimo livello vinta dal tunisino Mellouli (già bronzo nei 1500 metri sl in piscina), argento per il tedesco Lurz e bronzo per il canadese Richard Weinberg.

Le farfalle della ginnastica ritmica si sono qualificate per la finale col secondo punteggio dietro la Russia. Domenica speriamo in una medaglia!

Nella vela 470 Gabrio Zandonà e Pietro Zucchetti non riescono ad agguantare il podio, finiscono quarti con 72 punti. Medaglia d'oro per gli australiani Belcher-Page a 22 punti, argento per i britannici Patience-Bithela con 30 punti e bronzo Calabrese-de la Fuente a 63 punti.
Nella 470 femminile Conti-Micol hanno concluso la medal race seconde, e hanno finito la competizione quinte con onore a 73 punti.

Nella ginnastica ritmica Julieta Cantaluppi non si è qualificata per la finale della gara individuale. L'azzurra, con il punteggio di 105.275, ha chiuso il turno di qualificazione sedicesima (entravano in finale le prime 14).

Nella canoa Norma Murabito è stata eliminata nelle batterie del K1 200 metri, è arrivata settima nella sua batteria in 43"820.
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Giorno 13 - Il Medagliere


Oggi giornata ricca di emozioni e bei risultati per i nostri atleti.
Da un lato l'ultima gara di Josefa Idem, quinta a un passo dal bronzo, una grande atleta, una grande sportiva, una grande donna e mamma. Leggenda olimpica, e un esempio per tutti.
Poi le medaglie, Martina Grimaldi bronzo nel fondo (nuoto acque libere) 10 km, Fabrizio Donato bronzo nel salto triplo

Le nostre medaglie sono attualmente 19, ma dobbiamo considerare anche le tre del pugilato perchè Mangiacapre, Cammarelle e Russo sono in semifinale, quindi 22, vedremo di che colore.

Domani giornata ricca di emozioni: finale della vela 470 maschile che doveva essere oggi ma è stata rinviata per vento (i nostri possono lottare per il bronzo), Sarmiento nel taekwondo, Valerio Cleri nei 10 km di nuoto in acque libere, i tre pugili per l'appunto, e ovviamente le due semifinali di pallavolo e pallanuoto. Inoltre segnalo soprattutto per le spettatrici che domani ci sarà la qualifica dei tuffi dalla piattaforma 10 m maschile. Forza ragazzi!!!


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Fabrizio Donato bronzo nel salto triplo, Greco quarto



Da olimpiadi

Era dai tempi di Giovanni Gentile alle Olimpiadi di Città del Messico, che l'Italia non era protagonista a questi livelli in una finale di Salto Triplo delle Olimpiadi. Quarantaquattro anni fa fu medaglia di Bronzo dietro al russo Saneyev e al brasiliano Prudencio, nella serata londinese è stata, come allora, medaglia di Bronzo per Fabrizio Donato preceduto dagli statunitensi Taylor e Claye ma ci sono i colori azzurri anche al quarto posto con Daniele Greco.
E' eccezionale la serie dei primi quattro salti del trentaseienne (tra pochi giorni) di Latina in un continuo crescendo di misure e sensazioni: 17.38, 17.44, 17.45, 17.48. In una gara di altissimo livello, nonostante l'assenza annunciata da mesi del francese Tamgho e l'esclusione nelle qualificazioni del britannico Idowu, Donato deve però inchinarsi allo strapotere dello statunitense Christian Taylor che prima rischia con due nulli nei primi tre salti e una "comoda" qualificazione a 17.15 per poi sfogare tutta la sua potenza nel quarto salto, libero dal fantasma dell'eliminazione, con la miglior prestazione mondiale stagionale a 17.81.
Il suo connazionale William Claye aveva già messo le mani su una medaglia al secondo salto con 17.54 per poi raggiungere il definitivo 17.62 al quarto salto.
E' diversa la gara di Daniele Greco che approccia il primo salto in tutta sicurezza, spara un ottimo 17.34 al secondo salto e si spegne con due nulli attaccato dai crampi dovuti probabilmente alla tensione nervosa.
Entrambi gli italiani "passano" il quinto salto per tentare il tutto per tutto con le poche risorse ancora a disposizione all'ultim tentativo quando già la medaglia italiana è al sicuro: Greco si ferma a 16.92, Donato si blocca all'altezza dello step ma parte il momento della celebrazione per l'azzurro che trova il degno coronamento olimpico ad una carriera eccezionale dove talvolta è stato frenato dagli infortuni soprattutto nelle stagioni all'aperto.


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9.8.12

Martina Grimaldi bronzo nella 10 km di nuoto acque libere!


 Finalmente l'acqua di Londra diventa ancora più azzurra: arriva oggi la prima medaglia della nostra spedizione natatoria in questa rassegna olimpica grazie a Martina Grimaldi.

Questo bronzo è importante anche perchè è la prima medaglia italiana olimpica per il nuoto in acque libere presente nel programma dei giochi dal 2008, e la Grimaldi è la quarta donna italiana del nuoto a vincere una medaglia olimpica dopo la Calligaris, la Pellegrini e la Filippi.

La bolognese conduce tutta la gara nel gruppo di testa, inizialmente seguendo l'inglese Payne, poi, quando ha capito che questa era in crisi, ha cambiato "treno", buttandosi sulla scia di Eva Hristov.
In una maratona di nuoto così dispendiosa da ogni punto di vista sono importanti due cose: il "passo di gara" e la tattica: Martina Grimaldi ha azzeccato soprattutto la tattica, cercando di risparmiare quante più energie possibili stando in scia. Al settimo chilometro Eva Risztov, che già pareva più veloce delle altre, ha accelerato ancora una volta il ritmo, e l'azzurra si è portata subito dietro di lei, le altre 4 rimaste davanti parevano non in grado di mantenere il ritmo delle prime due. Poi però, un altro colpo di scena: l'azzurra non è riuscita ad affiancare l'ungherese troppo veloce, è mancato l'accordo, e così è stata raggiunta. E' stata poi superata dalla Anderson che è riuscita a passare all'interno all'ultima boa. Nell'ultimo chilometro l'americana ha rimontato sulla Risztov, non riuscendo però a colmare del tutto il gap. All'arrivo la Risztov ha chiuso in 1h57'38", la Grimaldi è giunta terza dopo 3"60 con grande soddisfazione sua e del suo team. 
L'atleta della UISP infatti si è preparata con l'allenatore con un percorso differente rispetto agli atleti della piscina, hanno effettuato un cammino di avvicinamento accorto e curando ogni particolare, compresa la tattica che è servita per ottimizzare la prestazione, anche alla luce del fatto che la Grimaldi manca lievemente nella velocità di punta rispetto alle sue avversarie più quotate.
Un grande risultato per il nuoto in acque libere, specialità di grande tradizione per i nostri colori (ricordo ancora le gare avvincenti di Viola Valli, di Baldini, e in tempi più recenti di Valerio Cleri), speriamo che ne arrivino altri!

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Le squadre maschili in semifinale grazie a due grandi partite!






Da Luigi Mastrangelo a Stefano Tempesti, da Ivan Zaytsen a Danijel Premus. Finalmente l'Italia riesce a fare squadra, pallavolo e pallanuoto sono alle semifinali olimpiche. Eccoli arrivano i nostri, sono gli "azzurroni", sopra la rete e dentro l'acqua, ragazzi statuari, imponenti, superatleti che superano anche i due metri. E che si sono massacrati di allenamenti per arrivare fino a qui. Alessandro Fei è alto 2.04, e infatti fa muro, Stefano Tempesti,  il nostro portierone del Settebello, misura 2.05 per il Coni, e 2.03 per la Pro Recco: comunque sia tocca il fondo profondo 1,97. Cominciamo a girare in zona medaglia, un'altra partita e si lotta per l'oro: la pallavolo troverà il Brasile, la pallanuoto la Serbia. Formidabili avversari, il più difficile  -  e il bello dunque - deve ancora arrivare. Bisogna ancora scalare la montagna. "Non ci accontentiamo, non ci fermiamo qui" hanno detto i due allenatori, a distanza di poche ore e da due parti opposte di Londra. C'è feeling tra le due squadre e si sente nell'aria, portano la bandiera di sport diffusi, non popolari come il calcio, molto molto diversi, ma ugualmente bollenti e sanguigni, con i palazzetti che traboccano e urlano di passione.
Arrivano le partite svolta di questa olimpiade azzurra che nella seconda parte ha conosciuto le polemiche e i veleni del doping che hanno oscurato, purtroppo, quanto di buono hanno fatto la scherma, i tiri, e tutti quegli sport che sono il nostro tradizionale serbatoio.

Pallanuoto e pallavolo si portano appresso una passione diversa, non serve il tempo o la perfezione. Sono sport dove si lotta letteralmente  -  la pallanuoto, "lotta greco romana in acqua ormai" come l'ha definita Elisa Casanova capitano del Setterosa  -  o ci si sfinisce psicologicamente  -  la pallavolo  -  perché un gol o punto non dipendono da una persona sola ma da un gruppo, da un sincronismo eccezionale. Bisogna muoversi e ragionare, allenatore compreso, come una persona sola. Sia la squadra di Mauro Berruto, 43 anni, allenatore intellettuale, laureato in antropologia, grande comunicatore e psicologo, torinese e torinista fino all'ultimo capello che non ha più, e Alessandro Campagna, 49 anni, siciliano, medaglia d'oro a Barcellona '92, grandissimo tifoso juventino invece, e come dice lui "direttore d'orchestra" di questo Settebello 2012, avevano cominciato tra molti dubbi, in gironi imperfetti se non quasi del tutto sbagliato. "Certe critiche ci avevano fatto molto male, ma non è l'ora di togliersi i sassolini dalle scarpe" ha detto Mauro Berruto. "Certe critiche mi avevano fatto molto incazzare" è andato giù duro il vicecapitano e regista Felugo.
   La partenza sbagliata è toccata all'Italia della pallavolo. Gli azzurroni hanno cominciato male, 1-3 con la Polonia, e chiuso ancora peggio, 0-3, dalla Bulgaria. L'Italia ha acchiappato l'ultimo posto possibile e da quarta ha incrociato gli Usa, primi nell'altro girone. Sembrava dovessero fare un solo boccone di noi ed è stato il contrario. Anche il Settebello aveva convinto poco, ma insomma era andato in crescendo, tant'è vero che aveva chiuso al secondo posto, andando a prendere l'Ungheria. Uno dei peggiori avversari possibili: l'Ungheria è la pallanuoto, è "la Squadra" come ha detto Christian Presciutti, che l'ha affondata con tre gol e altri otto dei formidabili Felugo, Figlioli & C.

Pallanuoto e pallavolo sono espressione del nuovo sport , un'Italia allargata verso il mondo e verso l'Europa. Ivan Zaytsev è figlio di grandi sportivi russi, nato a Spoleto, Travica ha origini croate, Lasko polacche: la pallavolo è un formidabile accrocco di ragazzi marchigiani - Bari, Birarelli, Papi sono nati ad Ancona e Senigallia  -  e  ha in Macerata, dove Berruto ha allenato a lungo, il nucleo di riferimento. La pallanuoto ha accolto nel suo grembo Pietro Figlioli, atleta con tre passaporti nato a Rio, i croati Fiorentini e Premus, il cubano Perez, Alex Giorgetti è nato a Budapest. Il goleador-velocista Pietro Figlioli ha una storia straordinaria: è figlio di José Fiolo, ex ranista recordman brasiliano, la sua famiglia di origini italiane si strasferì in Australia e lui è arrivato fino alla nazionale di pallanuoto australiana partecipando ai Giochi di Pechino, poi il trasferimento in Italia a Recco e dunque il Settebello. Già perché il cuore del Settebello è della Pro Recco  -  8 giocatori su 13 Felugo, Figlioli, Fiorentini, Giacoppo, Giorgetti, Gitto, Pastorino e Tempesti  -  il formidabile club ligure che vince tutto in Italia e in Europa.

Ci toccano adesso avversari duri e tostissimi. Nella pallvolo il Brasile lo abbiamo affrontato infinite volte, l'ultima che conta quattro anni fa in semifinale a Pechino e non ci andò bene. E' ora di rifarci. La Serbia è un'altra potenza della pallanuoto: bronzo a Pechino, oro ai Mondiali di Roma, oro agli Europei di gennaio a Eindhoven. Ma anche argento ai mondiali dello scorso anno a Shangai, quando la battemmo 8-7 con gol di Felugo allo scadere dei supplementari prendendoci il mondo. Sono grandi, grossi, enormi, veri e propri squali: e vorranno vendicarsi. Ma quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. 
Fonte: Repubblica.it
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8.8.12

Le azzurre della pallavolo sconfitte dalla Corea ai quarti, sfuma una grande occasione



Evidentemente le nazionali italiane di pallavolo più forti devono rimanere all'asciutto dall'oro olimpico. Anche questa nazionale, che ha vinto veramente tutto quello che si poteva vincere dominando per qualche anno la scena internazionale, ha perso per la terza volta consecutiva ai quarti di un'olimpiade. Era accaduto anche ad Atene e Pechino, e ieri sera è stato lo stesso, 1-3 il risultato finale (25-18, 21-25, 20-25, 18-25). Abbiamo iniziato bene nel primo set, solide, compatte, buon gioco, sembravamo aver capito la chiave della partita.
Poi nel secondo set sono salite le coreane: molto meglio di noi in ricezione (c'è anche da dire che le loro battute erano decisamente più insidiose), meglio in difesa, la schiacciatrice Kim Yeon veramente strepitosa (alla fine mette a referto 28 punti) ha messo giù praticamente ogni pallone, soprattutto diagonali velenose chiuse grazie a un polso invidiabile. La nostra tattica doveva essere quella di limitare Kim Yeon ma senza troppa ossessività perchè è comunque troppo forte, mentre dovevamo stare più attente alle altre, costruire il gioco su di loro, e invece non è stato così. Ogni volta che recuperavamo il gap le coreane si riportavano di nuovo in avanti, capaci a differenza nostra di impostare il loro gioco in maniera continua. 
Anche il nostro attacco non è stato fenomenale, anche a causa delle ricezioni e delle difese imprecise che costringevano la Lo Bianco ad alzate difficili e che riducevano il numero delle soluzioni possibili. In particolare sono parse appannate Carolina Costagrande, sostituita forse un pò tardivamente nel terzo set dalla Piccinini, e la Gioli a partire dal secondo set, la cui fast è stata meno pericolosa del solito.
Le migliori a mio avviso Del Core (16 Punti), Bosetti (14 punti) e Arrighetti (13 punti). La Del Core è stata importante anche a muro, altro fondamentale in cui non abbiamo brillato.

Insomma, è parsa una squadra poco solida la nostra, poco compatta nelle azioni di gioco, appannata e incapace sia di contenere le avversarie che proporre valide soluzioni in attacco, con un servizio sicuramente da migliorare e un muro da ritrovare.
Peccato, dispiace per quello che Barbolini e le ragazze avevano costruito in questi anni, e per il loro cammino di avvicinamento a queste olimpiadi, che faceva ben sperare (infortuni a parte, ricordo che il libero Paola Cardullo è rimasta a casa e la Lo Bianco aveva ancora problemi alla schiena). Temo che quella di ieri sera fosse l'ultima partita di Barbolini come ct azzurro, vedremo come evolveranno i fatti. 
Certamente rimane l'amarezza per quest'oro olimpico che come l'orizzonte si vede ma non si riesce a raggiungere.


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7.8.12

Giorno 11 - Il Medagliere e un breve riassunto dei risultati odierni



Quest'oggi per noi era una giornata interlocutoria, non abbiamo vinto medaglie ma resistiamo settimi. Si sono disputate diverse gare di qualificazione concluse positivamente per i nostri atleti come la canoa K1 femminile in cui Josefa Idem (alla sua ottava olimpiade) è arrivata in finale, e il salto triplo, in cui Greco e Donato sono entrambi qualificati per la finale.
La Ferrari purtroppo torna a casa con una medaglia di legno che certamente non si meritava, ma si sa che in alcuni sport le giurie sono influenzate dal peso "politico" dei singoli paesi. Pratica sicuramente sbagliata, ma fino a quando non avremo una federazione credibile a livello internazionale, fino a quando non ci faremo sentire le cose continueranno così.
Nel nuoto sincronizzato le nostre Giulia Lapi e Mariangela Perrupato chiudono settime con 181,420.
Alessandra Sensini (alla sua sesta olimpiade) chiude nona la medal race della classe RS:X (windsurf).

Al medagliere dobbiamo aggiungere le due medaglie sicure dei pugili Cammarelle e Russo che si sono qualificati per le semifinali, speriamo nel colore dorato ovviamente!
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Vanessa Ferrari medaglia di legno, beffata dalla giuria




LONDRA - "Tu ti sbatti per poter conquistare una medaglia e arriva quella che ha tre decimi in meno e ti frega il posto". A parlare è una Vanessa Ferrari in lacrime, amareggiata per la sua esclusione dal podio, perché "dopo diverse gare dove ho preso la medaglia di legno questa me la meritavo".

La Ferrari ha terminato la gara con lo stesso punteggio che ha regalato il bronzo alla russa Alya Mustafina (14.900), ma nella ginnastica non esistono ex aequo e i giudici hanno premiato l'esecuzione dell'atleta russa.

L'azzurra non ci sta e ha delle recriminazioni anche per il giudizio su Carolina Ponor, medaglia d'argento: "A fine esercizio ero felice perché non avevo commesso errori, infatti ho sorriso. Un voto al mio esercizio? Dico 15.200, se la ha preso la Ponor potevo prenderlo anche io. Però lei è rumena... Non doveva neanche essere in finale perché in qualifica aveva commesso un grosso errore, ma l'hanno fatta entrare comunque"

"Brucia abbastanza" anche per l'allenatore Enrico Casella che non vuole "fare un processo ai giudici", ma è convinto che non ci siano state tre atlete migliori di Vanessa. Per Casella non dobbiamo dimenticare che "siamo l'Italia e rispetto ad altre nazioni come Russia o Romania siamo piccoli, con le spalle più strette."

Vanessa Ferrari è sei volte campionessa italiana, è arrivata sul gradino più alto del podio anche ai mondiali del 2006 e agli europei del 2007. Ora, prima di decidere sul suo futuro, vuole lasciarsi Londra alle spalle e tornare a casa.
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