1.8.07

Ancora bufera



Marco Ansaldo - La Stampa

Alberto Contador era appena atterrato all’aeroporto madrileno di Barajas, dove l’attendevano per il trionfo, che le agenzie riprendevano le dichiarazioni di un esperto tedesco di antidoping, il professor Werner Franz, sulle prove del suo coinvolgimento nell’Operacion Puerto.
«Ho visto più volte il suo nome nei verbali della Polizia spagnola - ha detto lo scienziato alla tv pubblica Zdf - e la sua vittoria al Tour è il più grande inganno nella storia dello sport». Franz ha studiato quel materiale e la sua testimonianza rivela un particolare nuovo: finora si sapeva che Contador era citato nel rapporto insieme ai suoi compagni di squadra dell’allora Liberty Seguros perché nei primi mesi del 2005 il team spagnolo stava preparando un programma di doping per tutti i corridori, inoltre compaiono le sue iniziali in un altro appunto del dottor Fuentes. Per i giudici non era materiale sufficiente ad indagarlo.
Ora però lo scienziato tedesco lascia capire che c’è dell’altro e che, in un certo senso, l’inchiesta (che ha portato alle squalifiche di Basso e Ullrich) è stata generosa con i ciclisti spagnoli e con gli atleti di altri sport, tra i quali pare ci fossero famosi tennisti e calciatori. Contador non ha replicato a Franz. Madrid in serata gli ha regalato una notte di entusiasmo alla Puerta del Sol, poi andrà in vacanza. «La mia speranza è che ora si apra una nuova stagione del ciclismo e che il successo di un giovane al Tour aiuti a ricostruire un’immagine», ha detto la maglia gialla.
Forse non sarà così. In Francia si è espressa una generazione nuova, quella di Contador, del colombiano Soler e del tedesco Gerdemann. Il basco Txurruka ha preso il premio per la combattività. Sono ragazzi sotto i 25 anni, dovrebbero rappresentare il futuro pulito del ciclismo. Eppure su Contador si rincorrono i sospetti e Soler nei giorni scorsi era inseguito dalle voci di una sua positività, voci tanto insistenti che ha dovuto intervenire Prudhomme, il patron della corsa, per smentirle. Se anche i giovani entrano nel frullatore è finita. Già così il ciclismo esce dal Tour con le ossa rotte. Lapo Elkann l’ha addirittura paragonato «al wrestling, dove è evidente l’inganno. Noi sportivi ci sentiamo sconcertati e presi in giro». Sentimento condiviso dagli organizzatori della corsa francese che hanno congelato i premi dell’Astana, della Cofidis e della Rabobank, le squadre di Vinokourov (licenziato ieri dal team), Moreni e Rasmussen. In attesa di capire se la stessa sorte toccherà anche alla Saunier Duval che ieri ha sospeso lo spagnolo Iban Mayo (vincitore di una tappa al Giro) per la positività all’Epo in un controllo del 24 luglio.
«Ci consola l’affetto del pubblico - ha commentato il presidente della Federazione italiana, Di Rocco -. Nei momenti di difficoltà il pubblico non ci lascia, anzi partecipa al nostro sport». Di Rocco ha anche parlato dei processi per doping. «In generale c’è stata troppa teatralità nei protagonisti. Il procuratore Torri sta facendo un ottimo lavoro ma in alcune circostanze sarebbe meglio parlasse meno». Infine una stoccata al presidente dell’Uci, McQuaid: «La loro strategia è distruggere quello che funziona, si è visto al Tour. Portano il ciclismo in Bahrein per fare soldi ma sono Italia, Francia e Spagna a rappresentare il 70% del movimento e non è colpa nostra se siamo più avanti. McQuaid è la brutta copia dell’ex presidente Verbruggen». Poiché Di Rocco è uno dei candidati più credibili alla presidenza dell’Uci, se fanno fuori McQuaid, si può dire che la campagna elettorale è partita.

No comments: