13.10.07

Pechino 2008, vietato credere.


La Cina fa un'altra brutta figura. L'ennesima, e come al solito mostra la faccia sotto la maschera, che ormai non le sta più incollata bene, non copre più le nefandezze sottostanti. E adesso il CIO sta zitto, probabilmente starà mugugnando tra sè e sè, si starà accorgendo della pericolosità della scelta olimpica, ripensando a una qualche moralità nascosta in nome del dio-sponsor. Lascio la parola alla Repubblica perchè non so più come raccontare queste cose assurde.

PECHINO - Niente opuscoli, rosari, statuette piene di acqua santa, catenine con la croce. Giornalisti, atleti e gli altri membri delle delegazioni amanti del ninnolo religioso dovranno lasciare tutto a casa, per Pechino 2008. Non potranno portare con sè "materiali usati per qualsiasi attività religiosa o politica o per dimostrazioni".

La rigida disposizione fa parte della lista degli oggetti che è "proibito" introdurre in Cina. La nota è stata diffusa oggi dal Bocog, il comitato organizzatore delle Olimpiadi. Ci sono poi oggetti la cui importazione è stata "ristretta" ai membri accreditati della cosidetta "famiglia olimpica" (vale a dire componenti e accompagnatori delle squadre, funzionari delle federazioni olimpiche e giornalisti): tra questi compaiono le "bandiere di paesi che non prendono parte ai Giochi Olimpici".

La novità ha stupito negativamente i membri delle delegazioni nazionali presenti a Pechino. E' la prima volta che norme di questo genere vengono introdotte in occasioni delle Olimpiadi, dove è normale per le squadre avere esponenti religiosi al seguito. Ad esempio, la delegazione italiana ha sempre tra i suoi membri il responsabile per lo sport della Conferenza Episcopale, il vescovo di Fidenza Carlo Mazza.

Credo fuorilegge. Obiettivo delle norme restrittive sarebbero con ogni probabilità gli attivisti buddisti tibetani o filo-tibetani, i musulmani della minoranza etnica degli uighuri e i membri della setta religiosa del Falun Gong, che in Cina è fuorilegge. Non è chiaro se nella categoria degli articoli "proibiti" rientrino copie del Vangelo o di altri libri sacri, come il Corano, che certamente alcuni membri delegati avranno con sè dall' 8 al 24 agosto del 2008.

La lista è contenuta in un libro presentato oggi alla stampa internazionale. Nel corso dell'incontro, i responsabili del Bocog hanno presentato l'organizzazione del lavoro della stampa e dei movimenti nella capitale e nei luoghi in cui si svolgeranno le gare. Il Bocog ha ribadito quanto già solennemente affermato in passato: dal 1 gennaio 2007 all'ottobre del 2008 -quando si concluderanno le Paraolimpiadi- i giornalisti stranieri in Cina avranno completa libertà di movimento e potranno intervistare tutti i cittadini cinesi che acconsentiranno a parlare con loro. In seguito verranno ripristinate le vecchie regole che impongono ai giornalisti di notificare i propri movimenti fuori dalla città di residenza e di chiedere un'autorizzazione ai dirigenti locali per le interviste.

Tra i delegati al World Press Briefing hanno suscitato preoccupazione anche i problemi legati all'accesso a Internet (una libertà pesantemente censurata dal governo di Pechino) e alle trasmissioni delle televisioni straniere, che spesso vengono interrotte quando toccano temi ritenuti "delicati" dalle autorità cinesi.

4 comments:

Luca Tittoni said...

E' una vergogna. Ma si rendono conto che stanno organizzando un'Olimpiade oppure pensano di fare una passerella nazionale e di proibizionismo cinese? Comunque non la prendo con loro, la prendo con chi permette al BOCOB di fare scelte simili. E non voglio pensare al doping...
Pechino 2008: pessima vetrina,meglio andare oltre, immediately. Un bacio Sara.

Anonymous said...

Ma non si possono esporre simboli religiosi o non si possono portare nemmeno privatamente(ovvero tenere una copia del corano nel cassetto)?In ogni caso la prima ipotesi non mi pare di per se scandalosa se serve a proteggere l'incolumità di persone o a non creare situazioni pericolose!Ogni nazione ha le sue leggi,quando si decide di fare qualcosa in quel paese si deve sottostare a quelle leggi,altrimenti si può pure fare a meno di andarci!

Sar@ said...

Ciao Luca!
Sono d'accordo con te, infatti ormai non so neanche più cosa aggiungere!
Anzi si, ho deciso una cosa fondamentale: non imparerò il cinese!
Siccome non credo sia giusto che per fare i volontari alle olimpiadi sia obbligatorio conoscere la lingua locale (non credo che tutti i volontari ad Atene conoscessero il greco), io intanto non lo imparo, e se vorranno prendermi lostesso bene, se no non sanno cosa si perdono! Io non ho tempo da perdere per imparare una lingua difficilissima e che tra l'altro non mi piace quando loro vogliono un buon livello di conversazione!

Sar@ said...

Caro anonimo, c'è già una (giusta) norma olimpica che prevede che non si possa fare propaganda politica e/o religiosa durante le olimpiadi. Di solito però è il comitato organizzatore che fa in modo che tutte le federazioni e i loro membri (tra cui ovviamente gli atleti) possano praticare la loro religione liberamente. Il problema cinese è che vogliono impedire proprio questo, e hanno proibito di portare simboli religiosi privati. Poi hanno rettificato alla figuraccia, ma rimane sempre la palese volontà censuratoria, su tutti i fronti.