17.3.08

Cucchiaio di legno evitato!


Da Passion Still Lives Here -di La Stampa-

Il drop assassino in mezzo ai pali, l'urlo e la corsa tardelliana di Andrea Marcato, il Wilkinson de noartri, l'indice puntato verso la fidanzata Diletta e le due sorelle sobbalzanti in tribuna. Il Flaminio che esplode. Un happy ending nazional popolare, benedetto dalle inedite lacrime di Nick Mallet, il ct sudafricano che quando allenava gli Springboks non si commuoveva mai. Perché in Sud Africa la vittoria ovale è norma. In Italia eccezione, gioia che soffoca. Abbiamo battuto la Scozia in zona Cesarini, dopo venti minuti finali di thrilling puro, in una partita brutta, che a metà secondo tempo, e dopo la meta tagliagambe di Blair al 45', sembrava persa. Spaccata dalle incursioni del karateka Strokosch, dai calci di Paterson e Parks, dopo l'iniziale vantaggio azzurro per una meta tecnica concessa alla mischia dall'arbitro Owens. Charlie Brown per una volta non ha fallito la presa. Malgrado 4 sconfitte in 5 partite siamo mezzi eroi, non vermi definitivi. La stagione è incerottata, ma salva. Finiamo comunque ultimi in classifica, una vittoria come la Scozia ma -2 nella differenza punti. Il detestabile cucchiaio ligneo resta nel cassetto.A togliercelo di mano, quando tutto pareva smottare, è stato l'intercetto di un favoloso Sergio Parisse. Il capitano coraggioso, forse il miglior n. 8 d'Europa, ha mandato Canale - sì, proprio lo sciagurato Gonzalo - in meta in mezzo ai pali al 62’. Era il 17 pari, poi 20 pari dopo due punizioni incrociate, infine i 3 punti benedetti infilati dal destro di Marcato al 79’, dopo che una lunga, testarda offensiva italiana gli aveva liberato davanti lo spazio per la pedata più velenosa del rugby, il drop. Un reagente beffardo, capace di far virare dal grigio al rosa (stinto) la cartina al tornasole del nostro torneo. Così le vittorie mancate con l'Irlanda (sconfitta di 5 punti) e l'Inghilterra (4 punti), il ko con la Francia (12), il primo tempo con il Galles diventano lampi di faro, non ombra densa come sarebbe stato in caso di sconfitta. I capitoli di una navigazione in progresso, con il secondo tempo di Cardiff come unica vera secca. «Il Sei Nazioni è sempre difficile per l'Italia - ha riassunto Mallett -. Non abbiamo tanti giocatori come le altre squadre. Alle ultime due partite siamo arrivati stanchi e con un giorno di recupero in meno rispetto alla Scozia. Quella di Parigi è stata la nostra prestazione migliore. Questa volta non abbiamo giocato bene, ma sono commosso perché è una vittoria importante per la squadra, lo staff, i tifosi che voglio ringraziare perché ci hanno sostenuto anche nelle sconfitte. Siamo ultimi? Non importa. Per me contano solo le vittorie e le partite che portano esperienza alla squadra». Poverissimi, ma almeno belli, visto che i due uomini del giorno sono "The Body" Parisse e Marcato, occhi blu e nasino da modello. La lunga stagione iniziata con il mondiale è chiusa. Potremo affrontare i test estivi con meno affanno, ma la questione "apertura" va risolta. Masi, prima di uscire per infortunio, ieri ha giocato la sua peggior partita da numero 10, un ruolo che non è il suo (nel suo club, a Biarritz, fa faville da centro), che non gli piace e a cui si adatta solo per spirito di squadra. Mallett continua a difendere il suo esperimento: «Marcato pesa solo 82 kg, non reggerebbe 5 partite». La coerenza, però, a volte non è la più intelligente delle virtù.

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