7.3.08

Lanzinger è tornato a casa



E' rientrato oggi in patria lo sciatore austriaco Matthias Lanzinger, infortunatosi nel super G di Coppa del mondo in Norvegia a Kvitfjell. E' ricoverato in un ospedale locale dove rimarrà per almeno tre settimane, necessarie per la riabiliazione.

Intanto non si placano le polemiche, e la stampa austriaca mette sotto accusa le modalità di intervento della sicurezza della pista norvegese: in primis l'assenza di un elicottero di soccorso al momento dell'incidente e poi l'inadeguatezza dello staff medico dell'ospedale di Lillehammer, il più vicino al luogo dell'accaduto, accusato di aver fatto perdere troppo tempo per il trasporto dello sciatore infortunato.
La famiglia dello sciatore ha affidato il mandato a un avvocato per determinare se sussistono le basi giuridiche per richiedere i giusti risarcimenti.

Il medico che l'ha operato riferisce che Lanzinger è arrivato in tempo in ospedale, e che le torsioni subite dal piede hanno reso inevitabile l'amputazione. Il problema è però alla base: la spettacolarizzazione delle gare ha creato un super-G che ormai è simile alla discesa come tracciato e velocità, ma si svolge senza prove e con meno misure di sicurezza. Fino a qualche anno fa il super-G era più simile al gigante, e allora aveva senso mantenerlo. Ci sono atleti (tra cui Giorgio Rocca) che hanno chiesto di abolirlo, ma è pur vero che a Kvitfjell era stato posto il problema della sicurezza, hanno chiesto ai concorrenti se volevano correre e la risposta -almeno della maggioranza- era stata affermativa. Allora siccome capisco la passione di questi atleti dico che va bene il super-G, ma deve tornare quella gara bellissima con curvoni e pista scorrevole, più lento, o se no con prove prima della gara. Chi vuole più velocità può gareggiare in discesa libera. In più, è necessaria una supervisione sul tracciato. Quella porta in cui si è imbattuto Lanzinger era esattamente in mezzo alla curva (che peraltro aveva un angolo considerevole), non si vedeva la pista prima di quella bandierina. Prima che vedessi l'impatto mi ero chiesta "ma da dove arriva l'atleta?".
Serve più sicurezza, pensare "tanto non succederà mai niente" è estremamente pericoloso, perchè ci vanno di mezzo ragazzi o comunque giovani uomini.



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2 comments:

Anonymous said...
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Anonymous said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu